Paulo Dybala, ma non era rotto? Gode Mou, l'ultimo "disastro" della Juve

di Claudio Savellisabato 17 settembre 2022
Paulo Dybala, ma non era rotto? Gode Mou, l'ultimo "disastro" della Juve
3' di lettura

Paulo Dybala sta facendo nella Roma quello che ha fatto nella prima Juventus: portarla ad un livello superiore. E ci sta riuscendo perché ha trovato una continuità di impiego che non aveva dai primi tempi in bianconero. Merito suo (durante l'estate si è sistemato) e di José Mourinho che lo ha eletto titolare nonostante arrivasse con l'etichetta di "rotto". Non lo era, evidentemente.

Pur senza una completa preparazione con la squadra, se è vero che è stato ufficializzato dai giallorossi due settimane dopo l'inizio del ritiro, Dybala si è dimostrato pronto per giocare e non solo qualche minuto ma intere partite.

In campionato ha disputato l'88% dei minuti disponibili, cominciando sempre da titolare. Finora ha firmato 3 reti e 2 assist, mettendo lo zampino in 5 degli 8 gol giallorossi (62,5%). Ha una media di 82' in A contro i 75' dello scorso anno (Juve di Allegri), i 60' di quello precedente (Pirlo), i 70' della stagione pandemica dove fu decisivo per lo scudetto (Sarri) e a ritroso i 78', 73', 72' delle prime annate bianconere. Sta giocando più che mai.

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In E-League ha presenziato al 75% dei minuti totali, partendo dall'inizio una volta su due e in quella in cui è entrato a gara in corso - l'ultima contro l'Helsinki - ha segnato al primo pallone toccato, due minuti dopo aver messo piede in campo, avviando il 3-0 finale.

MODULO PERFETTO
Dybala è già al centro della Roma perché Mou non ha dovuto modellare la squadra per metterlo a suo agio. Il 3-4-2-1 era già apparecchiato e aveva bisogno di una seconda punta mancina capace di partire da destra, rifinire l'azione sulla trequarti o concluderla.

L'identikit della Joya. Ha risolto un vuoto tattico alla Roma dopo averne creato uno (presunto) alla Juventus, che per questo lo ha scaricato. I bianconeri pensavano fosse un ostacolo al definitivo passaggio al 4-3-3 che però, per via delle numerose assenze (16 infortuni nei primi due mesi di stagione), non sono praticamente mai riusciti a schierare.

Oltre al danno, la beffa. L'altro motivo dell'addio era l'affidabilità atletica, eppure al posto di Dybala nella Juve sono arrivati giocatori altrettanto precari come Pogba e Di Maria, finora più assenti che presenti, pagati peraltro più dell'argentino in giallorosso (oltre 7 milioni a stagione).

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Così la Joya, a quasi 29 anni, sta vivendo una seconda giovinezza e un momento di rivincita personale. Nella Roma ha trovato tutto ciò che non aveva più nella Juve: una proprietà disposta a fare un sacrificio pur di averlo in rosa (4,2 milioni a stagione più bonus fino ad arrivare a 6) e a spendere parole in prima persona (Dan e Ryan Friedkin lo hanno contattato direttamente); un dirigente estasiato al punto da «rinchiudersi in hotel a Torino per giorni», parola di Tiago Pinto, pur di ingaggiarlo; un allenatore che lo ha capito ancor prima di allenarlo, come dimostra quel «Sei forte ragazzo» sussurrato nell'orecchio; una città innamorata di lui fin dal principio, come dimostra l'oceanica folla accorsa alla presentazione. E siamo solo all'inizio. Se il meglio di Dybala alla Roma dovesse ancora arrivare?