Jannik Sinner, "ogni volta che perdo...": la confessione che spiega tutto
“Quando perdo, non dormo. Voglio imparare immediatamente dopo le sconfitte”. Jannik Sinner si racconta a La Repubblica, parlando di Wimbledon (dove è uscito ai quarti contro un grande Nole Djokovic, poi vincitore del torneo), ma non solo. Dopo Umago, giocherà a Montreal, a Cincinnati e poi agli Us Open, l’unico Slam dove non è arrivato almeno ai quarti. Dove mancherà Djokovic (in quanto non vaccinato), e ci sarà un Nadal con problemi fisici: “Se penso alla vittoria? Vediamo. Gioco bene su ogni superficie, passo ore e ore a migliorarmi sempre di più, anche perché con Simone Vagnozzi abbiamo fatto tanti cambiamenti. Ci vuole tempo. Certo, il miglior tennis lo gioco sul cemento”.
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Sinner: “Il servizio da migliorare. Sogno di diventare numero uno” - I punti da migliorare “sono soprattutto sul servizio. Devo variare di più la palla. Andare più spesso a rete. Essere ancora più aggressivo. Poi magari perdi la partita perché sbagli una volée del cavolo. Ma ora questa è la filosofia: vedremo se pagherà”. E ancora: “Se penso di diventare il numero uno al mondo? Non mi piace parlare del futuro. Ammetto di saper giocare molto bene a tennis, ma la strada è lunga — ha aggiunto l’altoatesino — Certo però che ci pensi e sogni, perché ti alleni per arrivare lì. Ma per questo obiettivo devi avere dentro di te grinta, saper gestire la pressione, e divertirti, con le persone giuste intorno. Arrivi al top solo con questo equilibrio. Il mio unico obiettivo è esprimere il 100% di me stesso. Poi vediamo a quale numero in classifica corrisponderà”.
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Sinner: “Con Berrettini rapporto buono”. Il tennis la sua vita - Con Matteo Berrettini il rapporto è buono: “Difficile dire se c’è rivalità, perché ancora non abbiamo giocato contro — ha aggiunto Sinner — Siamo due ragazzi sereni, che danno tutto, ognuno sulla propria strada. Lui è un po’ più adulto, ha vinto di più, è stato nei top 10 a lungo, e ci ritornerà, ancora più forte. Non lo conosco benissimo, ma abbiamo un buon rapporto”. Il tennis la sua vita: “Dopo lo sci, l’ho scelto perché mi piace più di tutto il resto — ha concluso al quotidiano romano — Nello sci, con un errore sei fuori. Nel calcio, un giocatore da solo non può fare la differenza. Nel tennis invece sei solo contro l’altro: è una battaglia mentale, come negli scacchi. Devi entrare nella testa dell’avversario. È questo il vero scopo del tennis. Difatti, i migliori tennisti sono quelli che vincono anche giocando male”.