Ferrari, Carlos Sainz in fiamme in Austria: "Perché il marshall è scappato"
Sono passate quasi due settimane, ma ancora si parla del ritiro di Carlos Sainz in Austria e della lentezza dei marshall di pista nel metterlo a sicuro dalla sua vettura, andata a fiamme al posteriore per la rottura della power unit pochi secondi prima. La scena immortalata dalle riprese televisive del marshall che posa per terra l'estintore e si allontana dalla vettura, mentre l'incendio divampava sempre più e con lo spagnolo uscito di corsa dalla macchina mollando il freno, ha fatto il giro del mondo facendo gridare allo scandalo. Tra le critiche dell’ex McLaren, è arrivata la risposta tramite comunicato, firmato dall'associazione che gestisce i commissari di pista al Red Bull Ring, dove viene spiegato il motivo dello strano comportamento di quel marshall.
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Il comunicato: “Marshall stavano chiamando l’autopompa” - "Gli interventi sono autorizzati solo dopo aver ricevuto istruzioni dalla direzione di gara — spiegano i commissari del circuito di Spielberg nella nota pubblicata dal sito Motorsport — Questo da un lato aumenta la sicurezza dei piloti e dei commissari, ma dall'altro ha lo svantaggio di avere interventi che richiedono tempi un po' più lunghi”. Nel ritiro di Sainz, “si sono verificate diverse circostanze sfortunate – prosegue il comunicato – Il luogo in cui aveva parcheggiato la sua Ferrari non era visibile dalla postazione dei commissari, e si è reputato dunque complicato raggiungere l'auto con gli estintori. Quando i marshall hanno visto la situazione, hanno deciso di chiamare l'autopompa. Questa decisione deve essere presa in pochi secondi e, a posteriori, era assolutamente corretta. Se si ricorda l'incidente di Grosjean (a Sakhir nel primo dei due GP del 2020, ndr), ci si renderà conto che in una situazione del genere gli estintori a mano non sono assolutamente sufficienti”.
“Marshall fermato, ecco perché sembra in fuga” - Pertanto l'uomo con l’estintore “è stato fermato, il che ha portato a questa sfortunata immagine in televisione di ‘un commissario in fuga’ — si prosegue nella nota — L'altro problema è che Sainz comprensibilmente si è innervosito e ha rilasciato il freno troppo presto. Grazie alla resistenza del cuneo, la monoposto si è diretta verso l'interno e si è fermata contro la barriera di sicurezza. Quindi a quel punto l'incendio si è potuto spegnere con pochi colpi di estintore”. Nota che quindi si conclude così: “In questa situazione eccezionale, perché un incendio non si verifica tutti i giorni, i commissari hanno risposto bene: abbiamo avuto un camion dei pompieri sulla scena entro 30 secondi, il che avrebbe tenuto sotto controllo un incendio a rapida diffusione come quello di Grosjean. In più un altro mezzo di soccorso era già sul posto e un terzo era in arrivo. Se Sainz non fosse sceso di persona dalla sua macchina, lo avremmo comunque protetto nel miglior modo possibile”.
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