Bremer alla Juve? Un tesoro per Urbano Cairo: cosa può cambiare al Torino
Tra i due litiganti Intere Juventus gode Urbano Cairo, cioè colui che più aveva da perdere nella commedia-Bremer. Il miglior giocatore della rosa granata era anche, per paradosso, un bene in svalutazione. Colpa della clausola rescissoria da 15 milioni attivabile a gennaio, strappata dal giocatore in cambio del rinnovo di contratto. Nonostante ciò è stato venduto a 40 milioni più 7 di bonus, il triplo della cifra a cui si sarebbe liberato tra pochi mesi. Tanti ne ha offerti la Juve, che si è aggiudicata il duello con l'Inter. Il giocatore è atteso tra oggi e domani alla firma del quinquennale da 4,2 milioni a stagione più bonus fino a 5 netti e raggiungerà la squadra direttamente in tournée negli Usa. Cairo ha quindi venduto alle migliori condizioni un asset che avrebbe sicuramente perso, ottenendo quasi quanto chiedeva (50 milioni). Se vista in questi termini e contestualizzata nel mercato italiano, dove di soldi ne girano pochi e dove vendere è più difficile che comprare, la cessione di Bremer è un piccolo capolavoro. Il presidente ha atteso che si creasse un duello sul suo giocatore, rischiando di rompere con i nerazzurri e restare con uno scontento in rosa fino a gennaio. Ha benedetto l'ingresso in scena della Juve e alla fine, per difendere la scelta di vendere ai rivali cittadini che fa imbestialire i tifosi, potrà sempre dire di aver privilegiato il miglior offerente e di aver quindi difeso gli interessi del suo club.
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AMBIENTI FINANZIARI
In ambienti finanziari si sospetta chi sia un affare legato al Lodo Blackstone, nella fattispecie che Exor abbia dato una mano a Cairo per sostenere le spese da 60 milioni (più 10 di spese legali) per il riacquisto da parte di Rcs della sede del Corriere della Sera di Via Solferino. Per questo si guarderà con curiosità la gestione dell'incasso nel Torino: il mercato piange, la rosa è incompleta e Juric freme. Chissà se ora si sbloccherà. Se Cairo è il vincitore della trattativa, la Juve di certo non è la sconfitta. Ha pagato Bremer più del dovuto ma è il dazio all'improvvisazione, perché di questo si tratta: il centrale brasiliano non era nelle idee dei dirigenti fino a pochi giorni fa, quando si è concretizzato il passaggio di De Ligt al Bayern per 70 milioni più 10 di bonus. La buona riuscita dell'operazione è un merito di Arrivabene e Cherubini, che sono riusciti a trattare velocemente e a incastrare le operazioni. A livello tattico, i dubbi restano: Bremer è l'interprete ideale di un modo di difendere che ad Allegri non appartiene.
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Come immagine, invece, l'operazione è più che convincente: dopo Vlahovic, la Juve è tornata ad acquistare i migliori talenti che la serie A propone in ogni reparto. L'Inter esce indubbiamente sconfitta dalla partita. Primo perché era in netto vantaggio su Bremer grazie all'intuito e al lavoro del ds Ausilio, che aveva iniziato il corteggiamento quando ancora cadeva la neve. Secondo perché il brasiliano era l'obiettivo più importante della sessione, anche più di Lukaku. Terzo perché non solo non arriva ma rafforza l'eterna rivale. È un autogol anche per la proprietà Zhang, che faticosamente stava riconquistando un'idea di solidità.
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RISPOSTA DECISA
Il presidente Steven non ha potuto dare il via libera ad un rilancio della proposta economica da 30 milioni più bonus, così la dirigenza ha dovuto aggiungere la cessione del cartellino di Casadei invece che il prestito, che pure non è bastato. Ora i nerazzurri sono attesi ad una risposta decisa. Con essa si giocano la stagione, oltre che la faccia. Potrebbe essere assestata in due mosse. La prima è il rinnovo di Skriniar con conseguente sospensione della trattativa, in realtà stagnante, con il Psg. La seconda potrebbe essere l'assalto a Demiral in cambio di Pinamonti, e l'aggiunta di Milenkovic per cui in teoria basta la metà dei soldi preventivati per l'ormai ex granata. Il tutto a stretto giro. Bremer insegna che non c'è tempo da perdere.