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Charles Leclerc, la tragedia del 17 luglio: "Il mio senso di colpa"

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Suo papà morì per malattia nel 2017, due anni più tardi l’amico Anthoine Hubert in una gara di F2 a Spa. Entrambi il 17 luglio, una data tragica per Charles Leclerc, dato che nel 2015 se ne andava anche Jules Bianchi, dopo mesi di coma per l’incidente sulla Marussia nel GP del Giappone 2014. Tre drammi che hanno segnato il monegasco della Ferrari, spingendolo persino ad avere qualche rimorso, come ha rivelato in un'intervista al quotidiano britannico Daily Mail qualche giorno fa: “Ero molto legato a Jules e ad Anthoine che conoscevo da quando eravamo piccoli — racconta il monegasco — È molto difficile vedere morire persone care a causa dello sport che ami di più. Ma non penso di fermarmi”. 

 

 

 

Leclerc: “Mi sento in colpa per non aver pensato alla morte di mio padre e di un amico, volevo solo correre” - La stessa risposta che Charles si è dato nel 2017 quando guidò a Baku in F2, a pochi giorni di distanza dalla morte del padre: “Mi sono chiesto cosa avrebbe voluto che facessi in quel momento e la risposta era correre”. Il monegasco riesce a mantenere un certo distacco tra ciò che accade in pista e le sue emozioni, ma ammette: “Mi sono sentito in colpa per non aver pensato alla morte di mio padre e di un amico, anche se è stato solo per un paio d’ore”.

 

 

 

 

Leclerc: “Il titolo? Punterei su di me” - Intanto, Leclerc è a 38 punti da Max Verstappen, dopo aver accorciato il divario in classifica con la vittoria nel GP d’Austria: “È una lunga stagione e credo che possiamo vincere il campionato — ha concluso al Daily Mail — Questo è ciò che mi fa alzare la mattina. Arriveranno momenti migliori”. E si intuisce una grande fiducia nei propri mezzi, anche dal confronto ipotetico col mito Lewis Hamilton: “Se ha una macchina competitiva, è da titolo. Ma in una sfida per il titolo contro di lui, se dovessi scegliere, punterei su di me”.

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