Formula 1, fischi e molestie alle spettatrici: è caos al Gp d'Austria
La consueta eleganza, a volte un po' snob, del mondo della Formula 1 lascia spazio, per una volta, a molestie, insulti e boati che con lo sport non hanno nulla da spartire.
È questo il triste resoconto dei fatti del weekend del Gran Premio d'Austria a Zeltweg, tanto da costringere la Formula 1 a intervenire con un duro comunicato, pubblicato sui canali social ieri mattina, in cui si legge: «Abbiamo ricevuto notizie secondo cui alcuni tifosi sarebbero stati oggetto di commenti del tutto inaccettabili da parte di altri sostenitori durante il week-end del Gran Premio d'Austria. Prendiamo molto seriamente queste questioni, le abbiamo sollevate con gli organizzatori e i responsabili per la sicurezza dell'evento. Tali comportamenti sono inaccettabili e non saranno tollerati».
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ESULTANZA PER L'INCIDENTE
Parole chiare, ma necessarie per mettere un freno a episodi di questo tipo ed evitare che possano ricapitare nei prossimi appuntamenti del campionato. Dagli accadimenti più evidenti, come la becera esultanza dei tifosi olandesi di Max Verstappen per festeggiare l'incidente del suo grande rivale della passata stagione Lewis Hamilton durante le qualifiche del venerdì (probabilmente in risposta agli antipatici fischi dei tifosi inglesi nei confronti del campione del mondo della Red Bull la settimana scorsa a Silverstone...). Ad altri che non si sono visti in televisione, ma non possono passare impuniti, dato che varie spettatrici del Gran Premio hanno denunciato (non solo alla F1, ma anche alla polizia) di aver subito aggressioni a sfondo sessuale, tra insulti verbali e alcune fotografie scattate contro la loro volontà.
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E pensare che l'appuntamento austriaco sarebbe potuto essere ricordato come una magnifica festa, con ben 300mila spettatori totali nella tre giorni di attività in pista. Una cornice favolosa, soprattutto pensando ai tristissimi appuntamenti a porte chiuse vissuti per colpa del maledetto Covid. Ma proprio l'enorme quantità di tifosi che ha invaso il Red Bull Ring, a cui si somma la folla di appassionati senza biglietto, ma che ha voluto vivere l'atmosfera della gara raggiungendo i camping attorno al circuito, ha favorito il clima sopra le righe, tra musica a tutto volume e fiumi di bevande alcoliche per tutta la notte. Il risultato, appunto, sono gli abusi andati in scena in Austria, che rappresentano dei fatti inammissibili e che si scontrano con le politiche portate avanti da Liberty Media, la società americana che detiene e controlla la Formula 1. La quale negli ultimi anni si è impegnata fortemente per rendere il campionato più inclusivo, cominciando dall'avvicinare proprio le donne alle gare.
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AMBIENTE MASCHILE
Un modo per sconfiggere i pregiudizi di un ambiente prevalentemente maschile, con competizioni come la W Series (il campionato riservato alle donne) e i supporti per tante giovani ragazze che sognano un futuro nel motorsport (come la creazioni di academy specializzate). Oltre, ovviamente, alla lotta al razzismo, guidata dal sette volte iridato Hamilton, che solo una settimana fa era stato al centro di una polemica con l'ex pilota brasiliano Nelson Piquet, colpevole di averlo chiamato con un termine razzista («Non so perché continuiamo a dare voce a queste persone, che non rappresentano più il nostro sport» aveva commentato la leggenda britannica). Insomma, se lo spettacolo in pista è straordinario, come non si vedeva da anni, lontano dalle gare è Formula caos.