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Italia, pari con l'Inghilterra e una sentenza: buona base, ma... Cosa manca a Mancini

Daniele Dell'Orco
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Parlare di "linea verde" sarebbe improprio. Piuttosto quella del nuovo corso inaugurato dal ct Mancini sembra una "linea cellophane". Giocatori sì giovani (ma non giovanissimi) con già molte presenze in serie A e la possibilità di rappresentare una risorsa per la nazionale del futuro ma pure del presente. Frattesi, Dimarco, Tonali, Scamacca sembrano novellini di fianco a ragazzi già navigati come Pellegrini, Locatelli e lo stesso Donnarumma. In mezzo a loro, le favole di Federico Gatti, l'ex manovale esordiente in azzurro patendo dalla B, e di Wilfried Gnonto (subentrato), che ha scalato le gerarchie dal campionato svizzero.
Volti nuovi pieni di entusiasmo che per Mancini rappresentano un doppio segnale: una rottura contro il pericolo dell'appagamento post -Europeo che ha tolto la giusta fame (e ha forse ofe aumentato troppo il carico di responsabilità rispetto al ruolo di underdog pre -Europeo); una occasione di aumentare la profondità della rosa, come direbbero i tecnici di serie A. I ragazzi di Mancini tengono alla grande il campo nella ri vincita della finale di Wembley, contro un'Inghilterra ben più al completo. Da questo momento in avanti, insomma, parlare di nazionale B non è più consentito. Perché dietro ai titolarissimi c'è un esercito di ragazzi che scalpita e che consentirà di mettere in discussione molti ruoli che sembrano ipotecati. Con un risvolto il più: il mercato. Se è vero che tanti profili sono titolari in squadre diverse dai top club, la Nations League (con un appeal che nel nostro Paese non decolla) è una vetrina incredibile. Nelle prossime settimane molti dei nomi valorizzati da Mancini saranno tra i più contesi, in Italia e all'estero. Il ct, al momento, è il migliore amico dei procuratori, che dal ricambio generazionale azzurro potranno trarre vantaggi notevoli, catalogando i nuovi azzurri e proponendoli con valutazioni ritoccate verso l'alto. È così che si respingono le critiche, si affronta nel modo giusto una competizione artificiale come la Nations (siamo primi nel girone 3 con mostri come la Germania e la stessa Inghilterra) e si fanno crescere davvero dei ragazzi che si fanno in quattro e che non vedono l'ora di fare le scarpe, sportivamente parlando, agli eroi di Euro 2020. Loro, da stasera in avanti, non potranno più cullarsi sugli allori. Avranno solo da perdere. 

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