Schumacher Junior, "adesso basta": tam-tam dal box Haas, carriera compromessa?
GP di Baku significa sorprese: la ruotata di Sebastian Vettel a Lewis Hamilton, il primo podio di Lance Stroll con la Williams, la gomma esplosa a Max Verstappen in pieno rettilineo e il ‘lungo’ finale dell’inglese della Mercedes nel 2021. Ma non solo: “Bisogna aspettarsi sempre l’inaspettato”, dice a chiare lettere Arif Rahimov, direttore del Baku City Circuit. Cinque edizioni, cinque vincitori e poleman differenti. Non c'è previsione che tenga: l'alta velocità lungo i 2,2 chilometri del rettilineo più lungo della F1, il tratto tortuoso nel cuore della città vecchia, a due passi dal castello, e il vento che gonfia le bandiere sullo sfondo del Mar Caspio. Tutti ingredienti di un circuito cittadino complesso e che perdona pochissimo.
"Mai visto nulla del genere": Jean Alesì, indiscrezioni inquietanti su Charles Leclerc
Schumi jr, serve la risposta ora
Il tracciato dove parte la rincorsa di Mick Schumacher, ancora fermo a zero con la Haas quando invece il suo compagno di team Magnussen, tornato in F1 dopo l’esclusione di Mazepin per la guerra, di punti ne ha 15. Nel 2021 la vettura del team statunitense non era competitiva, ma adesso la situazione è cambiata, e il danese è decimo in classifica generale. Il figlio di Schumi ultimo con Nicholas Latifi della Williams, e arriva dal terribile incidente di Montecarlo — con la VF22 spezzatasi a metà alle Piscine — che segue l’altro orribile schianto nelle qualifiche di Jeddah.
"Il rapporto messo a dura prova". Gola profonda: Leclerc-Ferrari, perché può (già) finire malissimo
Tutta una questione di budget
Troppi errori, condannati dal suo team principal Gunther Steiner, che lo ha bacchettato: “Deve fare attenzione, non può continuare ad avere incidenti gravi (l'altro a Miami, che gli ha fatto perdere i primi punti nel finale di gara, ndr). Su piste come quelle di Monaco e Baku e sui circuiti cittadini in genere, se superi appena il limite fai danni gravi. Non posso dirgli ogni volta di fare attenzione perché otterrei l'effetto opposto”. Gunther ne ha fatto anche una questione economica: “Il nostro problema non è il tetto al budget, perché non lo raggiungiamo, ma il budget stesso. Non possiamo permetterci così tanti danni”. Schumi jr. si è intanto presentato sereno in circuito, dicendo che “il gruppo di mezza classifica è molto serrato. Se non corri qualche minimo rischio finisci 15°. Poi, certo, sta a me decidere quanto osare”. La sua riscossa parte ora, dal tracciato azero in riva al Mar Caspio.