Dazn, "doppio abbonamento": come guardare in tv la prossima Serie A, chi resterà fregato
Prima di svelare le nuove tariffe di Dazn per la prossima stagione e unirci frettolosamente al coro di chi, in queste ore, sta protestando sul web, annunciando interrogazioni parlamentari (come la Lega) o presentando esposti all'Antitrust (come alcune associazioni dei consumatori), occorre fare qualche premessa. Intanto, la notizia non è una notizia. Già dallo scorso novembre, quando la società aveva lanciato l'allarme sull'abitudine sempre più diffusa di condividere gli abbonamenti, la Chief Revenue Officer Europe, Veronica Diquattro, era stata chiara: «L'obiettivo è di introdurre diverse modalità di abbonamento per le famiglie e per un utilizzo individuale. È qualcosa che stiamo valutando perla prossima stagione». Insomma, lo sapevamo tutti che le novità prima o poi sarebbero arrivate.
Del resto, la diversificazione delle tariffe in base al numero di dispositivi utilizzabili in contemporanea o su reti internet diverse è una pratica ormai adottata dai maggiori player dello streaming. E il motivo non è quello di spennare i clienti. Ovviamente è un modo per far quadrare i conti aziendali e fare in modo che i ricavi lascino dei margini di guadagno, ci mancherebbe.
VISIONE A SCROCCO - Ma dietro le tariffe multiple c'è principalmente il tentativo di limitare le visioni a scrocco che purtroppo, soprattutto in Italia, non sono affatto limitate agli abbonamenti acquistati in gruppo, ma si estendono anche alla numerosissime piattaforme web di pirati digitali che riescono a decriptare il segnale e diffonderlo (naturalmente a pagamento) attraverso il sistema delle iptv. Anche il fenomeno degli account condivisi (che in gergo tecnico si chiama account sharing), poi, è un po' diverso da quello che si pensa.
A sfruttarlo non sono tanto gli amici o i parenti (anch' essi non autorizzati a farlo se non convivono), ma chiunque si faccia un giro sul web o sui social. Ovunque spuntano infatti siti illegali dove perfetti sconosciuti possono smezzare la spesa pagando una piccola commissione a chi organizza il tutto. Un esempio dei danni che ciò può comportare? Presentando i risultati del primo trimestre Netflix ha spiegato che accanto ai 222 milioni di famiglie che pagano regolarmente ce ne siano altri 100 milioni che guardano i contenuti a sbafo. Insomma, un po' come se ad un ristorante all-you-can-eat tutti pretendessero di mangiare in quattro pagando un solo menù. Il giorno dopo chiuderebbe bottega. Prospettiva che Dazn preferirebbe evitare avendo investito 2,5 miliardi di euro per assicurarsi l'esclusiva sui diritti della Serie A fino al 2024.
GLI ABBONAMENTI - Detto questo, vediamo le nuove tariffe lanciate da Dazn perla prossima stagione (a partire dal 2 agosto) di calcio, sport e contenuti live. L'abbonamento base (piano standard) non cambia prezzo, si pagheranno i 29,99 euro mensili che già si pagano dal luglio del 2021. Dall'autunno, però, con questa formula sarà possibile vedere i contenuti su un massimo di due dispositivi attaccati alla stessa rete. Se voi siete a Roma e vostro figlio va in gita a Firenze, per vedervi la partita contemporaneamente dovrete sottoscrivere il piano plus, che costerà 39,99 euro al mese e consentirà di utilizzare due dispositivi (sui sei che si possono registrare) nello stesso momento anche su reti internet differenti. A questo punto, chi ha voglia di indignarsi faccia pure. Ricordandosi, però, che nessuno ci sta chiedendo di vedere per forza le partite. Ma solo di farlo nella maniera corretta.