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Monza, Silvio Berlusconi e la stoccata ad Ancelotti (e Klopp): "Non si gioca così a calcio"

Dubai, la conferenza stampa di Ancelotti, nuovo allenatore del Paris Saint Germain

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“La promozione col Monza? Sono ancora oggi il presidente che ha vinto di più nella storia del calcio”. Firmato Silvio Berlusconi, quello che dopo anni di successi col Milan, ha portato per la prima volta in A il club brianzolo nei suoi 110 anni di storia. Al suo fianco l’inseparabile Adriano Galliani. Un obiettivo cercato, voluto dal Cavaliere, permeato da scaramanzie varie e conquistato nella sua classica modalità tanto cara: dando le indicazioni tattiche corrette. Missione compiuta: "Quando ho detto adesso lo scudetto e poi la Champions scherzavo…l'ho detto ridendo. Resta il fatto di aver regalato un sogno unico ad un club e ad una tifoseria che lo aspettavano da sempre".

 

Berlusconi: “I miei giocatori 11 gladiatori all’attacco”

La battaglia contro il Pisa ai supplementari finita 3-3 domenica scorsa, così, ha garantito la promozione al Monza, con Berlusconi che si è compiaciuto di aver ricreato una realtà con grandi margini di miglioramento, a propria immagine e somiglianza: "Bisogna saper dire ai giocatori quello che già sanno ma nel modo e nei tempi giusti. Devono essere 11 gladiatori e ricordarsi che i gol si segnano andando all’attacco”. 

 

La stoccata di Silvio a Real e Liverpool

Per poi lanciare una stoccata alle due finaliste di questa Champions League, Real Madrid e Liverpool, con la prima, allenata da Carlo Ancelotti, che si è presa la 14esima coppa della sua storia: "Le ho viste in campo, sono lì a perdere tempo, non si gioca così al calcio — ha detto Berlusconi — Quando il portiere non fa i lanci in avanti nella metà campo dell'avversario e dà la palla al terzino, il quale la dà al mediano e questo la restituisce è tutto tempo buttato via. Non si deve perdere tempo in passaggi inutili nella nostra metà campo come fanno anche le squadre importanti come Real e Liverpool".

I nomi sul mercato per la prima in A

Berlusconi poi ha puntato in alto: “Vogliamo vincere la A e andare in Champions”. Obiettivi ambiziosi, dove serviranno nomi di qualità. Come quello di Andrea Belotti, che lascia il Toro dopo averci giocato per nove anni. Tanto che il ds Antonelli non esclude nulla: "Può succedere di tutto”. Gli altri si chiamano Stefano Sensi e Junior Messias: il primo al ritorno all’Inter dopo il prestito alla Samp, il secondo che non dovrebbe essere riscattato dal Milan col Crotone. Da non escludere anche la possibilità di prendere Matteo Pessina dall'Atalanta, giocatore cresciuto proprio nel settore giovanile dei brianzoli ed esploso nell'annata 2014/2015, prima di spiccare il volo nel calcio.

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