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Montecarlo, Verstappen e la ruota: così Red Bull e Fia hanno fregato la Ferrari

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Il suicidio tattico è tutto della Ferrari a Montecarlo, ma la cosa che ci lascia tutti di stucco è la mancata investigazione a Max Verstappen da parte del Collegio di Commissari Sportivi della Fia. L’olandese, in uscita dai box con le hard al termine della seconda e ultima sosta, è finito sulla linea della corsia-box. Un fatto non accettato né dal team principal Mattia Binotto, né dal resto della squadra, tanto che è stato presentato un reclamo formale alla fine della gara. La scuderia di Maranello ci ha tenuto comunque a fare chiarezza, sostenendo che l’olandese ha toccato la linea gialla continua che delimita la corsa di accelerazione posta dopo la curva Saint Devote.

 

 

 

La motivazione della Fia - I Commissari hanno respinto il reclamo Ferrari consci di aver sanzionato un episodio simile legato a Yuki Tsunoda nel GP d’Austria 2021. Così domenica sera era scritto nel verdetto emesso dalla Fia: “Tutte le parti convocate hanno convenuto che la monoposto numero 1 aveva parte degli pneumatici anteriore e posteriori lato sinistro sul un lato della linea gialla. Tutte le parti convocate hanno convenuto che la maggior parte delle gomme anteriore e posteriore sinistra sono rimaste sulla linea gialla”.

 

 

 

Ma la decisione di non penalizzare Verstappen è motivata con l’articolo 5c dell’Appendice L del Regolamento Sportivo, che prevede che all'uscita dei box una vettura “non debba oltrepassare” la linea. Per la Fia la linea “non è stata attraversata, per farlo (Verstappen, ndr) avrebbe dovuto avere una ruota intera a sinistra della linea gialla”. Una decisione che comunque continua a far discutere.

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