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Carlo Ancelotti, "mister Champions": calma e saggezza, così ha regalato la vittoria al Real

Federico Strumolo
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Si scrive Champions League, si legge Carlo Ancelotti. Il Real Madrid batte 1-0 il Liverpool nella finale di Parigi, laureandosi campione d'Europa per la quattordicesima volta nella sua storia (è record). Una finale iniziata con 37 minuti di ritardo (per i problemi nell'ingresso dei tifosi: figuraccia di Uefa e Parigi) e approcciata meglio dagli inglesi, pericolosi subito con Salah e, soprattutto, Mané (ma Courtois è super per tutta la partita), mentre gli spagnoli terminano il primo tempo senza conclusioni verso la porta (ma c'è un gol annullato a Benzema per un fuorigioco dubbio). Il tecnico emiliano (a Napoli lo consideravano finito, intanto ha vinto i top 5 campionati d'Europa) è però uno specialista delle finali di Champions, avendone vinte quattro su cinque (ha perso solo nel 2005 con il Milan, proprio contro il Liverpool), e infatti non perde la calma, mantiene lo stesso schieramento in campo e guida i suoi alla vittoria, grazie al gol di Vinicius a inizio ripresa. Il Real, dunque, si conferma infallibile, vincendo l'ottava finale di Champions consecutiva (in totale sono 14 successi su 17) come, appunto, Re Carlo che diventa l'allenatore più titolato di sempre nella competizione, con quattro affermazioni (e diventano sei considerando anche quella da giocatore con il Milan). Si scrive Champions League, si legge Carlo Ancelotti.


 

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