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Champions, la notte di Real-Liverpool: "Perché l'Italia può solo guardare", i numeri di un disastro

Claudio Savelli
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La finale di Champions League tra Liverpool e Real Madrid si gioca su un altro pianeta rispetto al nostro. Lo dimostra per contrasto il successo della Roma in Conference: per restituire una coppa europea al calcio italiano si è dovuto attendere il ritorno di Mourinho, a dodici anni di distanza dal triplete interista, e l'istituzione di una terza competizione, più abbordabile. Sia lodata la Roma ma in qualche modo il suo trionfo certificala retrocessione del nostro calcio nella gerarchia continentale, come peraltro dimostra il ranking Uefa in questa stagione: l'Italia è sesta dietro a Inghilterra, Olanda, Francia, Spagna e Germania. Il grande calcio, in sostanza, lo possiamo guardare da lontano (alle 21, diretta Canale 5, Sky Sport e Mediaset Infinity), magari approfittando del ruolo di spettatori per analizzare i motivi della distanza e per capire come colmarla, nella speranza di tornare presto protagonisti.
La differenza è principalmente economica, anche se questa è una conseguenza più che una causa.
Premier e Liga hanno gestito meglio i loro brand rispetto alla serie A, quindi hanno generato valore nelle loro squadre. Secondo l'analisi Football Money League 2022 di Deloitte, il Real Madrid (secondo dietro al City) ha raggiunto 640 milioni di ricavi nell'ultima stagione mentre il Liverpool (settimo in Europa) è arrivato a 550. Solo la Juve, nona in classifica, si avvicina a queste cifre (433 per i bianconeri): l'Inter, 14ª, si è fermata a 330, quasi la metà rispetto alle Merengues con cui ha perso nel girone di Champions e un terzo in meno rispetto ai Reds con cui è uscita agli ottavi di finale.

DIFFERENZA IMPRESSIONANTE - In quei giorni si discusse della differenza tra il valore delle riserve del Real e del Liverpool rispetto a quelle nerazzurre come variabile decisiva per i risultati. In effetti, Ancelotti perla finale avrà in panchina Bale, Hazard e Marcelo: sono giocatori ai margini del progetto che però guadagnano ciascuno più di 10 milioni all'anno, ovvero più di qualsiasi altro giocatore in A. Vale lo stesso per Klopp, dove Firmino con i suoi 9 annui, ad esempio, è una riserva.
L'ingaggio medio netto dei Blancos è di 8,2 milioni di euro (188 in totale), oltre il più pagato sia nel Milan sia nell'Inter (i 7 di Ibra e Sanchez), le prime due della classe italiana. Nel Liverpool la media è pari a 5,3 milioni (152 in totale), comunque una cifra dell'altro mondo.
L'investimento in stipendi dei Reds è ottimizzato rispetto a quello del Madrid perché in rosa non ci sono dinosauri ma solo giocatori utili, infatti il valore della rosa di Klopp è di 900 milioni (Transfermarkt) contro i 756 delle Merengues.
 

MASSIMI LIVELLI - Di contro il Liverpool ha speso 612 milioni per i cartellini dei suoi giocatori contro i 529 sborsati dal Real. Ha dovuto esagerare per riportarsi ai massimi livelli, dove i Blancos regnavano negli anni d'oro di Zidane e delle 3 Champions di fila. I soldi contano ma non sono tutto. Bisogna anche saperli usare e le finaliste sono state capaci, seppur in modi diversi. Il Liverpool ha investito su Klopp, rinnovandogli il contratto prima che i risultati arrivassero, e fidandosi delle sue indicazioni sul mercato. Il Real ha saputo investire sui giovani, ragionando sul lungo termine. I vari Vinicius, Rodrygo, Camavinga e Militão acquistati prima che fossero campioni. Oggi li ammiriamo nella speranza che un domani siano gli altri ad ammirarli a noi.

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