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Udinese, ha il sinistro di Maradona ed è già in Nazionale: tutti pazzi per Simone Pafundi, chi è

Leonardo Iannacci
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Il dispetto più grosso che si può fare a un adolescente che fa sport ad alti livelli e dimostra doti non comuni, è parlare troppo di lui. O, peggio, paragonarlo a un campionissimo. Per questo utilizziamo il più possibile le pinze per prendere a mano il dossier "Simone Pafundi" e raccontare al mondo del pallone che sta per andare in vacanza, chi sia questo talentino sedicenne dell'Udinese. Il primo classe 2006 ad aver debuttato in Serie A.
Prima di addentrarci nel discorso e mettere ai raggi X questo ragazzino già stella assoluta nella Primavera del club friulano a tal punto da essere convocato da Mancini per lo stage della nazionale maggiore in corso di svolgimento a Coverciano, riportiamo alcune cosette che abbiamo sentito raccontare su di lui da gente che lo conosce bene.
Gabriele Cioffi, mister in uscita dall'Udinese, lo ha fatto esordire in Serie A nel recente match di Salerno, vinto per 4-0 e nel quale Pafundi ha sfiorato il quinto gol. Dice di Simone: «È un talento indiscusso che si è allenato con la prima squadra da quattro o cinque mesi, abbiamo avuto paura a buttarlo dentro prima per non fargli bruciare le tappe. Ha le capacità per diventare un campione ma deve pedalare e crescere, visto che ora non arriva a 1,65.
È solo all'inizio della salita».

 

INNATO SENSO DEL GOL Più chiaro è stato Andrea Carnevale, uno che ha giocato accanto a Maradona: «Simone ha lo stesso piedino di Diego.
Un accostamento decisamente importante per un ragazzo che sta iniziando ad affacciarsi ora sulla scena. Intanto però, senza che sia passato chissà quanto tempo, Pafundi è sbarcato in Nazionale».
La scorsa estate, l'allenatore dell'epoca dell'Udinese, il bravo Luca Gotti ci aveva anticipato con maggior senso delle misure: «Pafundi mi ha stupito, è un giocatore di enorme interesse per il nostro calcio, legge il campo come pochi e la sua dote essenziale è la lettura velocissima che ha del gioco. Indovina in poche frazioni di secondi linee di passaggio sconosciute ai più. Lo vedo giocatore in mezzo al campo, dietro un attaccante, non sulla fascia. È un trequartista rapido, agile e velocissimo che può giocare persino da seconda punta, avendo un innato senso del gol. Deve maturare fisicamente e acquisire chili e centimetri».
Con queste referenze incredibili per un ragazzino di 16 anni, Pafundi deve soltanto soltanto tenere la testa bassa e pedalare, non ascoltare troppe sirene e pensare con serietà al futuro, che può essere dorato.
La sua, difatti, è una storia che promette capitoli ancor più coinvolgenti.

 

LO VOLEVA IL CHELSEA Nato a Monfalcone il 14 marzo 2006, quindi sotto il segno dei Pesci, figlio di genitori napoletani trapiantati in Friuli, Simone ha iniziato a dare del tu al pallone da bambino giocando con l'amato numero 80 sulla maglia. Pafu, così l'hanno sempre chiamato amici e compagni, ha debuttato nel 2021 con la Primavera 2 dell'Udinese, trascinandola alla promozione in Primavera 1 mettendo in mostra giocate celestiali.
Contro avversari del 2003 e 2004, di 3-4 anni più grandi, Simone ha segnato 6 gol, tutti belli, con l'aggiunta di 6 assist. Su di lui aveva messo gli occhi il Chelsea, prima dei guai di Abramovich. Consigliato dalla famiglia, però, il ragazzo non ha prestato orecchio alle offerte londinesi, preferendo rimanere a Udine e firmando un contratto che lo lega alla società di Pozzo sino al 2024. Dicono che Lele Adani, immaginifico osservatore di calcio e di fantascienza applicata al pianeta pallone, di recente l'abbia sparata grossa: «Pafundi? È il Messi italiano». Simone, aggiungiamo noi, per ora fai finta di non aver sentito. Mettiti i tappi di cera alle orecchie come fece Ulisse quando si è imbattuto nelle sirene ammaliatrici. Trova senza troppe ansie, giocando ma soprattutto divertendoti, la tua Itaca

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