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Kylian Mbappè, il "calcio progressista" dello sceicco Psg: come ci prendono... per il mulo

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Fabrizio Biasin
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Nella giornata di ieri sono successe tante cose, alcune nel mondo del pallone: il Bologna, per dire, ha piegato il Genoa in una delle partite meno attizzanti della storia. Un po' più a ovest, a Parigi, andava in scena la tragicommedia più intrigante dell'ultimo lustro (si fa per dire): il giuocatore di pallone Kylian Mbappé che aveva promesso e ripromesso a Florentino Perez «verrò a tirar pedate nel Real Madrid», alla fine, ha fatto marcia indietro. Resta al Psg e le motivazioni che l'hanno convinto sono profonde, importanti, eticamente inattaccabili: gli danno più grano.

 

Lo sceicco Al-Khelaifi, già sperperatore di denari (sai quanto gli importa, ne ha a strafottere) lo ha attizzato con una proposta che i media faticano a quantificare: secondo qualcuno trattasi di 120 milioni alla firma + 50 di ingaggio annuale, altri addirittura parlano di 300 cucuzze solo per aver accettato di restare + ingaggio strabordante fino al 2025.

A Madrid, ovviamente, non l'hanno presa bene, al punto da pubblicare il messaggio WhatsApp che il francese avrebbe girato a Florentino per liquidarlo (fonte El Chiringuito): «Le comunico che ho deciso di restare al Psg. Voglio ringraziarla per l'opportunità che mi ha dato di giocare nel Madrid, il club di cui sono stato tifoso sin da piccolo». Risposta di Florentino: «Mi addolora quanto successo negli ultimi giorni. Hanno spezzato il tuo sogno di bambino». Praticamente il Libro Cuore, ma senza Garrone.

 

Alla fine della fiera è inutile star lì a indignarsi, sappiamo come gira il fumo nel mondo del pallone. Ci limitiamo a riportare una dichiarazione del sciur Al-Khelaifi - presidente dell'Eca - vecchia di un paio di mesi: «I dubbiosi del modello calcistico europeo avevano torto. Puntiamo su una governance più progressista e a una maggiore coesione europea». E, niente, ci pigliano per il mulo.

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