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Mino Raiola, "la malattia che lo ha ucciso": il mistero e le indiscrezioni dal San Raffaele

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Mino Raiola è morto a 64 anni. A dare l’annuncio ufficiale è stata la famiglia tramite il profilo Twitter del super agente calcistico: “Con infinito dolore annunciamo la scomparsa di Mino, il più straordinario procuratore di sempre. Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze, proprio come faceva per difendere i calciatori”. Non è chiaro cosa abbia causato la morte di Raiola, dato che quest’ultimo e il suo entourage non ne hanno mai voluto parlare.

 

 

Lo scorso 12 gennaio il procuratore era stato operato all’ospedale San Raffaele di Milano per una malattia polmonare, non legata al Covid. Raiola aveva però smentito, parlando soltanto di controlli di routine: adesso è evidente che non era così e che Mino è stato male per mesi. Non a caso pochi giorni dopo l’operazione del 12 gennaio erano emerse ulteriori indiscrezioni: secondo la Bild il procuratore era stato ricoverato in terapia intensiva con un quadro clinico molto complicato.

 

 

Evidentemente la situazione di Raiola si è poi aggravata, fino ad arrivare al decesso, confermato ufficialmente nel pomeriggio di sabato 30 aprile. Un paio di giorni fa c’era invece stato un falso annuncio: Mino era stato dato per morto, ma non era vero, sebbene le sue condizioni fossero gravissime. Il procuratore, o qualcuno al suo posto, aveva scritto un tweet molto arrabbiato: “È la seconda volta in quattro mesi che mi uccidono. Sembra che sia in grado di resuscitare”. Stavolta però è arrivata la conferma della famiglia: “Ringraziamo di cuore coloro che gli sono stati vicini e chiediamo a tutti di rispettare la privacy di familiari e amici in questo momento di grande dolore”.

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