Mino Raiola è morto, "ha lottato fino all'ultimo". La famiglia conferma: "Perché ci ha reso ancora orgogliosi"
Stavolta purtroppo Mino Raiola è morto davvero. A comunicarlo è stata la famiglia con un tweet pubblicato sul profilo del procuratore, che si è spento a 54 anni all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato da diverso tempo. “Con infinito dolore annunciamo la scomparsa di Mino, il più straordinario procuratore di sempre - si legge - Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze, proprio come faceva per difendere i calciatori”.
“E ancora una volta ci ha resi orgogliosi di lui - prosegue la famiglia - senza nemmeno rendersene conto. Mino è stato parte delle vite di tanti calciatori e ha scritto un capitolo indelebile della storia del calcio moderno. Ci mancherà per sempre e il suo progetto di rendere il mondo del calcio un posto migliore per i calciatori sarà portato avanti con la stessa passione. Ringraziamo di cuore coloro che gli sono stati vicini - la chiosa - e chiediamo a tutti di rispettare la privacy di familiari e amici in questo momento di grande dolore”.
Soltanto un paio di giorni fa c'erano state grosse polemiche per la fuga di notizie dall'ospedale: Raiola era stato dato per morto, ma non era vero, sebbene le sue condizioni fossero gravissime. Il procuratore, o qualcuno per lui, aveva scritto un tweet molto arrabbiato: "È la seconda volta in quattro mesi che mi uccidono. Sembra che sia in grado di resuscitare". A stretto giro di posta era arrivata anche la smentita di Alberto Zangrillo, che aveva in cura Raiola: "Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo".
Nato a Nocera Inferiore il 4 novembre 1967, Raiola all'età di un anno si trasferì ad Haarlem, in Olanda, con tutta la sua famiglia. Il padre era un ristoratore, lui iniziò aiutando la famiglia in veste di cameriere. Nel giro di qualche anno impara la bellezza di sette lingue: olandese, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e italiano. E per questo suo lavoro, per tutta la vita Raiola sarà accompagnato dal soprannome "il pizzaiolo".
A vent'anni, la passione per il calcio lo porta a ricoprire il ruolo di responsabile del settore giovanile dell'Haarlem, dunque direttore sportivo del club olandese. Successivamente ha fondato la sua società di intermediazione, diventando agente calcistico. Anzi, l'agente per antonomasia: uno dei più potenti, ricchi e tosti del calcio mondiale. Tra i suoi assistiti Ibrahimovic, Donnarumma, Balotelli e Pogba, passando per Verratti, de Ligt, de Vrij e Haaland e tanti ancora. Insomma, il meglio del calcio.