Manolo Portanova a processo per stupro, la chat privata della ragazza: "Ero esausta, ma loro..."
Lunedì 28 marzo era stato rinviato a processo per l’accusa di violenza sessuale di gruppo, operata ai danni di una studentessa universitaria 21enne in un appartamento del centro-città di Siena, a due passi da Piazza del Campo, nella notte tra il 30 e 31 maggio 2021. Ora per Manolo Portanova, figlio del difensore ex di A Daniele e attuale centrocampista del Genoa, scrive La Gazzetta dello Sport, potrebbe essere richiesto il rito abbreviato. Il giocatore, che è anche un nazionale Under 21 azzurro, era coinvolto insieme ad altri due giovani, di cui uno è un parente: Alessio Langella, quest’anno 24 anni e zio del calciatore.
Caso Portanova, si vuole chiedere rito abbreviato condizionato - Come scrive ancora la Rosea, l’avvocato Gabriele Bordoni, legale del centrocampista genoano, ha anticipato questa sua intenzione già al pubblico ministero, Nicola Marini, e al Gip. Volontà arrivata tenendo conto del clamore e della sovraesposizione mediatica di questo caso. Prima, però, dovranno essere depositati gli ultimissimi documenti da acquisire agli atti. L’intenzione è comunque quella di richiedere il rito abbreviato "condizionato" (e non secco), che consentirebbe quindi una implementazione istruttoria, ovvero la presentazione di alcune prove particolarmente rilevanti per il processo.
Il racconto della ragazza: in stanza con Portanova, prima dell’arrivo degli altri - Intanto, nei giorni passati, il quotidiano ligure Il Secolo XIX aveva pubblicato alcuni stralci delle carte relative all’inchiesta, nella quale si parlava di “percosse, sputi, violenze insulti e di accanimento animalesco sul corpo della ragazza”, concepito come se fosse un oggetto. Secondo la denuncia della giovane, nella sera del 30 maggio 2021 si sarebbe dovuta incontrare con Portanova a una festa, ma era all’oscuro della presenza degli altri soggetti che si sarebbero poi palesati in stanza, nella notte dove lei si trovava con il giocatore rossoblù.
I messaggi preoccupati di uno dei presenti alla ragazza - "Ho detto che non volevo, ma non si sono fermati — aveva raccontato la ragazza — Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia amica, ma mi veniva detto che era in bagno e non poteva intervenire". All’epoca 22enne, è stata poi medicata al pronto soccorso di Siena con una prognosi di 40 giorni, avendo riportato una serie di lesioni serie e subito anche un forte stato di stress. Negli atti figura anche una serie di messaggi sui social che uno dei presenti ha inviato alla giovane, nelle ore successive al fatto: ”Hai ancora voglia?","Come stai?”. Per poi chiudere la mattina successiva, con tono nettamente più preoccupato: "Sei viva?”.