Charles Leclerc, il segreto della "bestia" F1-75: il "cuore rosso" è il propulsore turbo-ibrido
L'alba rossa che ha svegliato ieri mattina l'Italia che ha nel cuore il Cavallino Rampante, ha fatto stropicciare gli occhi ai più assonnati. Mai, negli ultimi anni, si era vista una Ferrari così veloce, così performante e così potente. Forse dai tempi di Kimi Raikkonen iridato, ed era il 2007, 15 anni fa.
Charles Leclerc, che su queste pagine - convinti assai abbiamo paragonato giorni fa ai grandi piloti del passato di Maranello, ha fatto Bingo a Melbourne: pole, giro veloce e vittoria, la seconda in tre gran premi, con il risultato di aver allungato sul nemico-nemico Verstappen, tradito al 39esimo giro dal sistema idraulico del propulsore della sua Red Bull. Sul podio, accanto a Charles, sono finiti Perez (Red Bull) e Russel (Mercedes), solo quarto Hamilton. Leclerc comanda la classifica piloti con 71 punti davanti a Russel (37), Sainz (33), Perez (30), Hamilton (28), lontanissimo Verstappen (25). Domenica 24 aprile è in cartellone il Gran Premio di Imola sul circuito che porta il nome Enzo e Dino Ferrari. «Saremo soltanto alla quarta gara, ne mancano 17 quindi è difficile pensare ora al mondiale. Però questa F1-75 è una bestia e, dopo due anni difficili, è eccitante essere in questa situazione. Qui a Melbourne, dove abbiamo sempre faticato, la macchina era super», ha detto alla fine un eccitato Leclerc sul podio più alto di Melbourne.
PERFETTA COMBINAZIONE - Ma qual è il vero segreto della F1-75 con la quale Charles sta annichilendo le Frecce d'Argento e la stessa Red Bull? È la power-unit turbo-ibrida, perfetta combinazione tecnologica tra un motore termico e un'unità elettrica. Il cocktail hybrid power-train testato nel motorsport, in questo caso in Formula 1, per essere poi applicato alle supercar stradali che escono dalla fabbrica di Maranello e sono vendute in tutto il mondo. Questo propulsore delle meraviglie che ha una specifica 066/7, abbina a un sei cilindri a V di 90° di 1600 centimetri cubici, con quattro valvole per cilindro, a un secondo motore elettrico. Lo stesso già portato in pista a metà della scorsa stagione e perfezionato durante la sosta invernale.
Il merito va a Enrico Gualtieri, il capo-progetto di questo "cuore" tecnologico: «Tutte le componenti della power-unit sono state riviste», ha spiegato, «alcune ottimizzate, altre innovate. Siamo partiti dall'obiettivo di raggiungere la più alta efficienza nel processo di trasformazione dell'energia, da quella chimica del combustibile a quella meccanica fino all'albero motore.
Tutto il resto è stato progettato in modo funzionale per supportare le necessità aerodinamiche e telaistiche della F1-75, visti i nuovi regolamenti introdotti quest' anno».
Il connubio di queste due unità, termica ed elettrica, ricordano i grandi motori Ferrari del passato, dal 12 cilindri dei mondiali di Niki Lauda ai 10 cilindri dei trionfi di Schumacher, e tocca la mostruosa potenza di 1.000 cavalli. Nelle ultime due stagioni, quelle susseguenti all'inchiesta Fia sul supermotore sospetto della Rosse 2019, inchiesta poi misteriosamente secretata, la power-unit era la principale responsabile dello sprofondo rosso in cui Maranello era caduto. Nelle ultime due umilianti stagioni, le Ferrari pagavano un debito notevole di cavalli alle power-unit di Mercedes e Red Bull. Ora le cose sono cambiate: la F1-75, convincente sul piano dell'aerodinamica e attenta a non mangiare troppo le gomme, ha proprio nel cuore ibrido l'asso nella manica. Utilizzata anche sulle Alfa Romeo e sulle Haas, questa unità è anche affidabile: il circuito idraulico che comanda tutte le componenti, a differenza di quello del motore della Red Bull andato tre volte ko in altrettanti gran premi, sta tenendo bene e sopporta le enormi sollecitazioni dei tanti cavalli erogati. «Queste gare sono il modo migliore per festeggiare i 75 anni della nostra azienda, ricorrenza che cade proprio quest' anno», filosofeggia Gualtieri. L'ingegnere silenzioso nato a Modena 47 anni fa, laddove il mito delle Rosse è nato. Il futuro delle Ferrari ha sempre un cuore antico.