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Matteo Berrettini e Jannik Sinner, infortuni sospetti: cosa c'è dietro, davvero

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Bello essere un top-10 mondiale, ma per giocare ad alti livelli, a tennis, il fisico a volte ne risente. C’è l’indimenticabile Roger Federer che vuole tornare in campo per finire al meglio la sua straordinaria carriera, ma a 41 anni deve capire ancora come reagirà il ginocchio dopo l’operazione e, se tutto va bene, lo rivedremo in pista da ottobre. Prima di agosto, invece, non tornerà in campo Matteo Berrettini, che nelle ultime ore ha dato forfait per i tornei di Montecarlo, Madrid e Roma, programmati tra il 9 aprile e il 15 maggio. Il romano — “ora a Barcellona per la fisioterapia”, ha detto il suo coach Vincenzo Santopadre — è pieno di cerotti ed è tormentato ancora dal suo fisico: al dolore agli addominali che va e viene, si è aggiunto un problema alla mano.

Gli altri infortunati: da Medvedev a Sinner - La lista dei tennisti infortunati è lunga, e viene ricordata da Il Giornale. Oltre a Matteo e Roger, c’è anche il russo Daniil Medvedev, per qualche giorno numero uno del mondo, ma che ai guai che gli sta procurando Putin (in Inghilterra gli organizzatori stanno considerando la sua esclusione da Wimbledon) ha aggiunto un’ernia che lo terrà ai box per un po’. Il suo rivale che lo ha sconfitto in finale degli Australian Open, Rafael Nadal, ha fermato il suo straordinario inizio di stagione, tornando nell’elenco degli indisponibili per una microfrattura da stress alle costole. Jannik Sinner si è invece ritirato da Miami con i piedi pieni di vesciche, problema ben meno grave ma comunque sintomo della situazione.

Il Giornale: “Tennis, la colpa è tutta del business” - Colpa, per Il Giornale, di “una malattia chiamata sport business: un atleta dovrebbe anche riposarsi, ma questa necessità non produce denaro — è scritto sul quotidiano — Ed ecco allora che l’anno solare del tennis, che aveva tra metà novembre e fine dicembre il suo giusto spazio per riposare, adesso ha coperto tutti i buchi possibili finendo per dover mettere troppe toppe”. E ancora: “Non è bastato accorciare le partite, così come sarà anche nei tornei dello Slam dove il quinto set verrà chiuso sul 6-6 da un super tie-break ai 10 punti — si conclude così l’articolo — la soluzione starebbe nel correggere il calendario, ammorbidire i campi ormai troppo usuranti, mettere un freno a materiali sempre più estremi che provocano ferite nel fisico dei campioni. Non si farà però, perché ogni pezzo di questo tennis è ormai un affare. E il tennis così resterà a pezzi”.

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