Sonny Colbrelli, l'infarto in gara del ciclista 31enne? "Pista-Covid", cosa può essergli successo
Cos'è successo davvero a Sonny Colbrelli? Cos'ha provocato l'arresto cardiaco al 31enne di Desenzano sul Garda, stella del ciclismo italiano in forza alla Bahrain Victorious? Tornato in patria per sottoporsi a nuovi accertamenti dal luminare Domenico Corrado, direttore dell'Unità operativa dipartimentale per le cardiomiopatie aritmiche e Cardiologia dello Sport dell'Università di Padova, Colbrelli ha rischiato di di morire una settimana fa, dopo lo sprint nella prima tappa della Volta a Catalunya, a Sant Feliu de Guíxols in Spagna.
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Un dramma sfiorato che, ricorda Repubblica, solo per caso non si è trasformato in tragedia. Se il malore fosse avvenuto in una gara minore o in allenamento, non ci sarebbe stata nessuna ambulanza pronto a soccorrere immediatamente Colbrelli, che era appena arrivato al traguardo da secondo. Poi le convulsioni, la perdita di controllo e la caduta a terra. "Aveva un piede ancora nell'attacco, per pochi istanti ha anche continuato a pedalare con una sola gamba", è l'impressionante testimonianza dell'ex corridore Gianni Marcarini, che era a pochi metri da lui. Dopo 3 minuti sono arrivati i soccorsi: massaggio cardiaco, iniezione di adrenalina, defibrillatore.
Dopo una settimana, non è ancora chiaro il motivo del malore. "Gli esami dell'equipe del dottor Brugada hanno dato «risultanze non definitive»", scrive Repubblica, che tra le cause possibili cita "Sforzo, il post-Covid, una malformazione congenita mai rintracciata". Per Colbrelli ora si prefigura un futuro "alla Eriksen". Proprio come il calciatore di Danimarca, ex Inter oggi al Brentford collassato in campo la scorsa estate durante un match degli Europei, probabilmente, dovrà sottoporsi all'impianto di un defibrillatore sottocutaneo. Difficile, forse impossibile a quel punto che gli possa essere concessa l'idoneità sportiva, che in Italia viene negata negli sport a elevato rischio cardiovascolare. Il 6 marzo scorso l'italiano aveva corso la prima tappa della Parigi Nizza in condizioni critiche: "Mi ha detto di non stare bene, di avere la febbre. È una cosa rischiosa partire in quelle condizioni con la febbre", ha rivelato il belga Oliver Naesen.