Flavio Briatore, "quando Michael Schumacher parlava con Maranello": l'aneddoto definitivo, cos'è davvero la Ferrari
Flavio Briatore è tornato in F1, ma non nel ruolo di team principal di una scuderia, bensì come “ambasciatore”. Si occuperà di sostenere gli organizzatori dei GP, di supportare gli attuali partner commerciali e di trovarne di nuovi, puntando in particolare sul mercato Usa. Lo stesso, intanto, ha parlato al Corriere della Sera, in particolare sottolineando il tema Ferrari: “Se mi sarebbe piaciuto dirigerla? Sicuramente. Ma non mi hanno mai chiamato e ci siamo sempre trovati l’uno contro l’altro: prima alla Benetton e poi alla Renault — ha esordito l’imprenditore 71enne —. Alla Ferrari non si può dire di no, chi lo racconta dice bugie”.
L’aneddoto sull’indimenticabile Schumacher
Poi è il momento dell’aneddoto: “Ricordo quando Michael Schumacher mi disse che stava parlando con Maranello: capii subito che era il suo sogno — ha aggiunto Briatore al Corsera —. La Ferrari è una realtà unica, ancora più unica dei risultati che ha ottenuto”. Quest’anno la F1-75 è veloce in pista e il manager spera che questa possa essere la stagione buona, convinto che i continui cambiamenti interni al team non abbiano aiutato: “Difficile dire quali errori abbia commesso – ha spiegato l’ex boss di casa Renault – almeno un Mondiale, quello del 2010 con Alonso, è stato buttato via (perso all’ultimo GP di Abu Dhabi nei confronti della Red Bull di Sebastian Vettel, ndr). Ma li aspettiamo adesso, hanno sempre detto che avrebbero puntato sul 2022. Ora che si sono rimescolate le carte, mi auguro che la Ferrari vinca”.
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Briatore: “Con Montezemolo Ferrari top, con Marchionne meno”
Anche se neanche quest’anno la Ferrari dovesse vincere il titolo, “l’importante è che sia almeno competitiva — ha aggiunto Briatore al Corriere della Sera — Cambiamenti al vertice in caso di flop? Ce ne sono già stati tanti e non so quanto abbiano giovato. Con Montezemolo (la Ferrari, ndr) era sempre competitiva. Marchionne invece è stato straordinario sotto tanti aspetti, un mago dell’industria. Ma non ha lasciato il segno in F1, non credo che l’abbia capita fino in fondo”.