Formula 1, il russo Nikita Mazepin graziato? Guai enormi per il padre Dmitry: il processo e i sospetti
Suo figlio Nikita Mazepin è stato graziato e potrà correre il Mondiale di F1 con la Haas (ma con bandiera neutrale), ma il papà del pilota, Dmitry, presidente da Uralchem Integrated Chemicals Company e uno dei più ricchi uomini russi, invece, rischia seri problemi giudiziari in Irlanda. Come riporta l’Irish Times, infatti, l’imprenditore, ex membro del partito politico del presidente Vladimir Putin, dovrà presentarsi di fronte alla Corte Commerciale, per rispondere dell’accusa di frode. Un processo già iniziato nel 2016 e che vede al centro la società Eurotoaz Ltd, con sede a Dublino, al centro della causa indetta da quattro imprese, che sostengono anche di essere state defraudate della loro partecipazione al 70% in un’azienda russa, la TogliattiAzot, la quale vanta un capitale da 3 miliardi di dollari (2,70 miliardi di euro, ndr) grazie alla produzione di ammoniaca commerciale usata nei fertilizzanti.
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A breve l’annuncio dell’Alta Corte
L’Alta Corte si pronuncerà a breve sull’eventuale colpa o meno di Mazepin e sui danni, scrive ancora l’Irish Times. L’operazione della TogliattiAzot, con sede a Togliatti, i Russia, si sarebbe svolta tramite azioni illegali e corrotte, e al capo di tutto ci sarebbe proprio la testa di Dmitry Mazepin – proprietario di una quota di minoranza in questa società – il quale avrebbe maggiormente beneficiato degli effetti di alcuni attacchi raider. Un fenomeno dove la società coinvolta sarebbe stata bersagliata con una serie di azioni civili e penali improprie, intentate per svalutare le azioni della società.
Altre società querelate per essere coinvolte nel presunto schema di frode
La stessa Eurotoaz, scrive ancora l’Irish Times, ha negato la cospirazione o che ci fosse una motivazione politica dietro gli sforzi per perseguire e citare in giudizio la TogliattiAzot in Russia. Mentre i querelanti – ovvero le società Trafalgar Developments , Instantania Holdings, Kamara e Bairiki Inc – hanno anche citato in giudizio altre società e individui, sostenendo di aver tutte cospirato nel presunto schema di frode.