Juventus trascinata da Vlahovic, scudetto possibile: "La quota per il titolo è crollata"
Che il calcio italiano non stia vivendo il suo periodo di massimo splendore non è certo una novità. E l'abbassamento del livello generale della serie A lo si può evincere da un semplice dato: la quota scudetto. Dopo 27 giornate di campionato, in testa Napoli e Milan a 57 punti, con l'Inter che ha la possibilità di arrivare a 58 vincendo la gara da recuperare in casa del Bologna (ancora non c'è una data). Proprio i nerazzurri, dopo lo stesso numero di partite, l'anno scorso conducevano con 65 lunghezze, ben 8 in più rispetto alla quota attuale. Un rendimento nettamente superiore, reso possibile da una squadra fortissima, soprattutto grazie ad elementi che, però, hanno salutato l'Italia. Sicuramente Conte, oggi allenatore del Tottenham, ma anche Lukaku, capace di segnare 24 gol e fornire 10 assist ma finito al Chelsea, e Hakimi (7 gol e 10 assist), venduto al Psg. E pensare che la soglia dei 57 punti, l'anno scorso veniva superata anche dalla seconda in classifica, la Juventus a 58. Bianconeri capaci addirittura di andare oltre i 70 punti, con lo stesso numero di giornate, in tre occasioni negli ultimi 10 anni: 72 nella stagione 2013/14 (con la Roma seconda a 61), 71 nel 2017/18 (Napoli secondo a 69) e addirittura 75 nel 2018/19. E per trovare un campionato con la quota scudetto bassa come quest' anno, bisogna tornare all'annata 2011/12, in cui in testa dopo 27 giornate c'era proprio il Milan a 57, mentre la Juve, che avrebbe festeggiato a maggio, inseguiva a 53. Ma chi sorride per il livellamento verso il basso della serie A (mediocrità generale oppure equilibrio? Propendiamo per la prima ipotesi) è certamente la Juve, che può sognare la rimonta, sebbene Max finga di non crederci e indichi quota 83 come quella sufficiente a entrare in Champions.
I PRECEDENTI - Se prima, infatti, pareva utopistico immaginare la squadra di Max in lotta per lo scudetto, i continui passi falsi delle squadre davanti - l'Inter, ad esempio, ha vinto solo 1 delle ultime 6 sfide di A (contro il Venezia, poi 3 pari con Atalanta, Napoli e Genoa e 2 ko con Milan e Sassuolo)- e i 13 risultati utili consecutivi bianconeri vittorie 8, pareggi 5), hanno cambiato le ambizioni della Vecchia Signora. Che, adesso, non si accontenta più della qualificazione in Champions (peraltro alla portata, considerando il quarto posto attuale), ma sogna in grande. Certo, con 11 partite da giocare e 7 punti da recuperare, servirà un'impresa, ma di rimonte in passato ce ne sono state. Indimenticabile, proprio con protagonisti i bianconeri, il 5 maggio 2002, data in cui la Vecchia Signora festeggiò lo scudetto ai danni dell'Inter, dopo aver ripreso 6 punti nelle ultime 5 giornate, con il sorpasso proprio all'ultima giornata. La Lazio rimontò 9 punti nelle ultime 8 giornate alla Juve di Ancelotti due anni prima, mentre fu il Milan di Zaccheroni a beffare la Lazio di Eriksson nel 1999, recuperando ben 7 punti nelle ultime 7 giornate. E l'arrivo di Vlahovic alla Signora, 3 gol in 4 partite con un netto cambio di mentalità regalato a molti compagni e all'ambiente bianconero, è un campanello d'allarme per chi sta davanti.