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Jannik Sinner, la musica è cambiata: Piatti cancellato in campo, il retroscena sul suo ultimo miracolo

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Per un attimo era finita, poi la reazione di nervi (e di colpi) di Jannik Sinner, hanno fatto sì che annullasse tre match-point nel tie-break del secondo set contro Alejandro Davidovich Fokina, numero 43 Atp, nel match dei sedicesimi di finale del torneo di Dubai. Alla fine ha avuto la meglio l’altoatesino, che è volato agli ottavi e oggi (ore 11 italiane con diretta su Sky Sport) sta affrontando Andy Murray. Applaude convinto Simone Vagnozzi, inquadrato più volte durante la sfida e alla seconda gara da tecnico del numero 10 Atp, dopo il suo rumoroso addio a Riccardo Piatti e al team che l'ha accompagnato negli ultimi sei anni. Ma contro lo spagnolo, Jannik ha fatto molto fatica — dopo il mese di stop che ha seguito la sua eliminazione ai quarti degli Australian Open contro Stefanos Tsitsipas —, messo sotto per quasi due set fino a quella reazione nel tie-break.

 

 

Sinner: “Piatti? Non l’ho lasciato perché più vecchio di Simone”
Nel terzo set, poi, non c’è stata storia, e Sinner ha trasformato i tanti sbagli in colpi efficienti, prendendosi il break nel sesto gioco (4-2) per chiudere 6-3. “È stato un match molto duro — ha detto l’altoatesino — Era la prima volta che ci incontravamo, salvare quei tre matchpoint consecutivi è stato complicato e sul primo sono stato anche fortunato”. Sul lavoro che sta facendo con Vagnozzi: “Ancora troppo presto per dirlo, ci sono alcuni aspetti, ma serve tempo per conoscerci meglio. Il Covid? Ho avuto sintomi, ma non forti”. Anche sul divorzio da Piatti taglia corto, sfiorando il nonsense: “Non l'ho lasciato perché Simone è più giovane, non ci sono motivi precisi”. Adesso la sfida a Murray, numero 89 del ranking dopo anni di glorie e vittorie: “Ci ho perso l'anno scorso a Stoccolma, lui è un combattente, sarà una partita durissima”.

 

 

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