Pechino 2022, Italia di bronzo nella staffetta maschile di short track. Slalom uomini, che delusione
L'Italia vince la medaglia di bronzo nella staffetta maschile dello short track alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Il quartetto azzurro composto da Pietro Sighel, Yuri Confortola, Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli chiude la prova in 6'43"431 precedendo al fotofinish la Russia (6'43"440) per soli nove millesimi. Oro al Canada (6'41"257) davanti alla Corea del Sud (6'41"679). E' la 14esima medaglia dell'Italia in questa edizione dei Giochi: 2 ori, 6 argenti e 6 bronzi. Ora la speranza di un'altra medaglia arriva ancora una volta da Arianna Fontana, che si è qualificata per la finale olimpica dei 1500 metri. La 31enne valtellinese ha completato la propria batteria di semifinale con il tempo di 2:22.196, giungendo seconda alle spalle della velocissima sudcoreana Lee Yubin che ha stabilito il nuovo record olimpico. Eliminata l'altra azzurra ancora in gara, Cynthia Mascitto, terza nella sua semifinale ma con un tempo che non le ha consentito di essere ripescata. La finale è in programma alle 14.18 ore italiane.
Amarezza dallo sci alpino maschile. Il francese Clement Noel, 24enne di Remiremont, va a prendersi l'oro nello slalom con una rimonta pazzesca, figlia di una seconda manche ai limiti della perfezione. Noel danza fra i pali stretti, si tiene sotto i 50" (ci riuscirà con lui solo lo svizzero Yule) e dalla sesta posizione della prima parte di gara risale fino al gradino più alto. Tutti gli altri che lo precedevano, infatti, non riescono a reggere il suo passo: il migliore è Johannes Strolz, già oro in combinata 34 anni dopo il padre Hubert e in testa dopo la prima manche, che alla fine rimedia un argento ma perdendo 1"3 da Noel mentre a completare il podio è Sebastian Foss-Solevaag, che per nove centesimi nega il bronzo al connazionale Henrik Kristoffersen. Per Noel - nove vittorie in Coppa del Mondo in slalom, l'ultima lo scorso dicembre in Val d'Isere - una giornata che lo ripaga ampiamente della delusione di quattro anni fa, quando mancò il bronzo per soli quattro centesimi. Male gli azzurri, che visti i recenti risultati nutrivano a ragione qualche ambizione. Alex Vinatzer, 17esimo a metà gara, tenta la rimonta ma cade a poche porte dalla fine. "Ho faticato ad abituarmi a questa neve aggressiva, ci tenevo tanto, le aspettative erano abbastanza alte e sono abbastanza deluso di come sia andata", ammette. Tommaso Sala non riconferma la buona prima manche e passa da ottavo a undicesimo e alla fine il migliore è l'eterno Giuliano Razzoli, 37 anni suonati, storico oro a Vancouver 2010 e a Wengen tornato sul podio a sei anni di distanza dall'ultima volta: il quarto tempo nella seconda manche gli permette di rimontare quattro posizioni e chiudere ottavo, a 26 centesimi dal podio. "E' stato bello provarci, ci sono andato vicino ma non abbastanza - ammette faticando a trattenere le lacrime - Ci credevo, mi sarebbe piaciuto finire con una medaglia, me lo sarei anche meritato, ma lo sport è questo". Domani la combinata femminile, ultimo evento individuale prima del parallelo a squadre di sabato: occhi puntati su Federica Brignone e Marta Bassino. Sofia Goggia, intanto, rientra a casa a godersi lo splendido argento in discesa: "Più passano le ore e più mi rendo conto dell'impresa che ho fatto, adesso torno in Italia fiera di me stessa e con la consapevolezza che la mia opera non è ancora conclusa. Ho ancora una rieducazione da completare e un primo posto nella classifica di discesa a cui tengo molto da difendere".