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Pechino 2022, Sofia Goggia e la maledizione del meteo: una rovinosa beffa dopo il recupero miracoloso

Lorenzo Pastuglia
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Stanotte, il grande appuntamento con la discesa che può farla entrare ancora di più nella storia. Sofia Goggia è carica, mentre sulle montagne di Yanqing, dove di solito nevica molto poco, è arrivata una folta nevicata che ha portato 30 centimetri in più di neve, in una località dove la media annua è di 5-10 cm. “Olimpiadi, il luogo dei sogni che albergano nel cuore dei bambini possono diventare realtà” ha scritto, aggiungendo poi: “Non vorrei essere da nessun'altra parte al mondo se non qui a Pechino 2022 per dare il mio massimo: sono fiera e onorata di aver la possibilità di rappresentare la mia Nazione”. 

 

 

 

 

Il riposo prima della battaglia in pista - La voglia di esserci era più forte di qualsiasi cosa, tanto che dopo la caduta nel SuperG di Cortina, Sofia Goggia si è tolta le stampelle dopo 72 ore dalla caduta, nella quale si è procurata una microfrattura della testa del perone e una lesione parziale del legamento crociato del ginocchio sinistro. Normalmente ne servirebbero 10 per camminare liberi, scrive il Corriere della Sera, mentre il meteo l'ha privata di una delle tre prove cronometrate della libera: avrebbe avuto bisogno del maggior tempo possibile per provare a tirare le linee, per spingere, e invece è rimasta chiusa nel Villaggio Olimpico. A livello di testa, invece, la questione è già stata archiviata, l'esame è stato superato quando la prima volta di fronte al cancelletto dello start non “è stata pervasa dal terrore”. 

 

 

 

 

Le parole del preparatore atletico su Sofia - La voglia di esserci c’era, insomma, anche dopo l’infortunio, ricordando il titolo olimpico conquistato quattro anni fa a Pyeongchang: “Andare a Pechino era la missione delle missioni, soltanto una come lei poteva riuscire a superarla” racconta Flavio Di Giorgio, il preparatore atletico (ha seguito anche Filippo Tortu) che l'ha rimessa in piedi a Verona, sempre al Corriere della Sera. I due si sono conosciuti grazie a Christof Innerhofer, è dal 2018 che lavorano insieme, da quando si è rotta il malleolo: “Sofi ha una forza di volontà fuori dal comune, fissa un obiettivo sapendo di dover affrontare giornate infinite di terapie e allenamenti, ma si mette nelle condizioni di viverle il più serenamente possibile. E il suo obiettivo è molto ambizioso”. La voglia di sognare nella discesa di stanotte.

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