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Wayne Rooney e l'alcolismo, confessioni-choc: "Potevo uccidere. E affilavo i tacchetti per fare male agli avversari"

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Lorenzo Pastuglia
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Campione in campo, uomo con alti e bassi fuori. Wayne Rooney è così, prendere o lasciare, e racconta tutto quello che è stato della sua carriera  in un documentario in uscita su Amazon Prime, anche se la BBC ha riportato alcune anticipazioni che hanno già fatto discutere. “Ho commesso tanti errori, con le ragazze o come guidare in stato d’ebbrezza, purtroppo 10-15 anni fa stavo passando un brutto momento — un estratto del racconto dell’ex attaccante dello United, oggi tecnico del Derby County —. Sapevo che avevo bisogno di aiuto, per salvare me stesso e la mia famiglia, ma non potevo entrare nello spogliatoio e dire che avevo problemi con l’alcol”. Protagonista anche di diverse risse per strada: “Una volta sono tornato a casa con un occhio nero e avevo solo 12 anni”. Parlando del suo alcolismo, l'attaccante confessa: "Temevo di morire o di uccidere qualcuno".

 

 

 

Prima di arrivare a Manchester con i Red Devils, Rooney è sbocciato all’Everton: “Un giorno attraversavo la strada con una bottiglia di sidro – racconta Rooney — Il giorno dopo mi prende da parte (il tecnico Colin Harvey, ndr) e mi dice: ‘Sei il più grande talento che abbia mai visto alla tua età, non sprecarlo”’. A 16 anni arrivò il gol vittoria contro l’Arsenal degli “Invincibili”, imbattuto da 30 partite: “In panchina mi caricavo, mi dicevo: ‘Voglio segnare un gol da 16enne’. Se entro e ho una sola possibilità, tiro in porta”. Nell’estate 2010 il possibile addio allo United che non c’è stato: “Avevamo venduto Ronaldo e Tevez, ero rimasto solo io, come giocatore di alto profilo — ha aggiunto Rooney nel documentario — Entro nell’ufficio di Ferguson e gli chiedo cosa stia succedendo. Mi risponde di andarmene. Allora chiedo di essere ceduto. Ma avevo ragione io, appena si è ritirato Sir Alex è crollato tutto, e stanno ancora raccogliendo i pezzi”.

 

 

 

L’ultimo aneddoto ha come oggetto i suoi tacchetti appuntiti, indossati deliberatamente per far male ad un avversario nel corso dell’incontro del 2006 tra Chelsea e United, che ha consacrato campione d’Inghilterra i Blues allora allenati da José Mourinho. Rooney non confessa a chi riservò la speciale attenzione. Ma un indizio lo offre – con un post sul suo account Twitter – il suo ex compagno di nazionale John Terry, uscito in stampelle proprio da una sfida contro lo United nell’aprile 2006: ”Forse ti riferisci a quando hai dimenticato i tuoi tacchetti nel mio piede?”.

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