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Sanremo 2022, lo sfogo di Matteo Berrettini: "Non faccio mica il modello". Ciò che non ha digerito all'Ariston

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Riassumendo Matteo Berrettini: numero sei al mondo, tennista dal futuro roseo e bellissimo ragazzo, tanto da diventare il sex symbol del Festival di Sanremo per tantissime persone (soprattutto ragazze), che lo hanno ammirato sul palco dell’Ariston nella serata inaugurale di martedì 1 febbraio: “Scusate, non è colpa mia. Ci sorrido. Diciamo che la mia mamma e le mie nonne già quand’ero piccolo non facevano che insistere: ‘Ma quanto sei bello…’ — ha commentato scherzando il tennista romano a La Repubblica —. Sono abituato, però non faccio mica il modello, sono un atleta e per questo mi hanno chiamato a Sanremo. Non gioco a tennis per farmi dire che sono elegante o carino. Poi, che mi dispiacciano certi complimenti no davvero, sarei falso se lo dicessi”.

 

 

L’emozione di debuttare a Sanremo
“Se è più difficile stare a Sanremo o Wimbledon? Quand’ero in cima alla scalinata, in attesa di entrare, ho guardato il grande schermo con l’orologio e ho cercato di calcolare i battiti del mio cuore — ha aggiunto Berrettini a La Repubblica —. Galoppava tantissimo, sui 120 battiti a riposo. Poi hanno chiamato il mio nome, sono sceso dalla gradinata e tutto è andato un po’ meglio. Ma avevo addosso un’emozione fortissima e diversa. Più di quando sto per affrontare un grande match”. Proprio il numero sei ha parlato della sua relazione con il Festival ligure: “Da piccolo non mi perdevo un Festival, anche se a un certo punto mi mandavano a dormire. Ora, almeno, posso guardarlo tutto”.

 

 

Il sogno del primo Grande Slam
Wimbledon, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quello del Consiglio Mario Draghi, l’Australian Open, Fiorello: nel giro di pochissimi mesi per Berrettini ne sono successe di tutti i colori (in positivo). “Se è capitato tutto ciò è perché credo di avere soltanto giocato il meglio possibile a tennis, dove mai avrei immaginato di eccellere così”, ha detto il numero sei al mondo. Il sogno ora è il primo Slam: “A Wimbledon (l’estate scorsa arrivò in finale contro Novak Djokovic, ndr) era lontano appena due set, e in Australia mi sentivo benissimo. So che quel giorno si sta avvicinando, anche se è davvero impossibile fissare una data. Credo però di essere tra i quattro o cinque giocatori che possono riuscirci”. 

Chi è più forte tra Nadal e Djokovic?
Su chi è più forte tra Nadal e Djokovic “non si può rispondere —ha concluso il tennista romano a La Repubblica — Nadal è un mancino e ti porta dove vuole lui, dandoti l’impressione di lasciarti giocare di più e alla fine ti batte. Djokovic semplicemente ti disattiva, è un grandissimo contrattaccante. Loro due, insieme a Federer, sono i più grandi tennisti di tutti i tempi”.

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