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Formula 1, l'idea di raddoppiare i mini-Gp: a rischio le qualifiche sprint. Team in subbuglio

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La Formula 1 riparte dal Bahrein (20 marzo), ma è già polemica sui soldi. Si discute sul format delle qualifiche sprint, le mini-gare di 100 km che l'anno scorso hanno debuttato al sabato a Silverstone, Monza e Interlagos. L'idea è di aumentare il numero di piloti premiati. La novità infatti ha prodotto audience e biglietti venduti, ma non piace ai puristi. La F1 punta a raddoppiare il numero di eventi portandoli a sei. Per cambiare il regolamento in corsa ci vuole la maggioranza qualificata dei team. Con la sola maggioranza semplice la riforma slitterebbe al 2023.

 

 

Le grandi scuderie chiedono maggiori garanzie economiche rispetto a quelle offerte dalla F1. Le richieste oscillano fra i 2 e i 5 milioni di dollari in più da aggiungere al budget cap, il tetto alle spese di 140 milioni l'anno. Mercedes e Red Bull chiedono circa cinque milioni. La Ferrari si accontenterebbe di meno, ma è d'accordo sul fatto che a un numero maggiore di «sprint race» devono corrispondere indennizzi più alti.

 

 

"Dall'altra parte si oppone Zak Brown, per il boss americano della McLaren le pretese dei big sarebbero tentativi mascherati di aggirare il budget cap. Insomma, userebbero questi soldi per sviluppare le loro macchine. La partita non è scontata, a febbraio, prima dei test, la F1 Commission andrà al voto elettronico e si saprà se le sprint entreranno nel calendario 2022", scrive il Corriere della Sera. Non ci sarà però Kimi Raikkonen, l'ultimo campione del mondo della Ferrari che dice di essere contento così. "Troppe falsità in F1, il denaro e il potere hanno cambiato tutto. Più soldi metti e più politica avrai. È bello essere fuori", ha commentat

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