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Jennik Sinner, la bomba sexy al suo fianco: terremoto nel tennis mondiale, chi si prende per vincere tutto

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Non può non pensare in grande, Jannik Sinner. Il tennista azzurro, numero 10 del ranking Atp, affronterà l'americano Steve Johnson (numero 104 nella classifica mondiale) per accedere per la prima volta in carriera al terzo turno degli Australian Open. L'obiettivo, per il 20enne fenomeno di San Candido, è alla portata. Ma il suo sguardo è già oltre: dopo aver battuto il portoghese Sousa con facilità, ha annunciato con garden nonchalance l'allargamento del suo staff tecnico: "Il mio team per il momento è composto dal coach Riccardo Piatti, dal preparatore Dalibor Sirola e dal fisioterapista Claudio Zimaglia. Ma ci sarà una nuova persona che non voglio svelare". E la suggestione massima è quella di Maria Sharapova, ex icona del tennis femminile e modello di business globale in grado di trasformare Sinner da grande tennista a fenomeno epocale.

 

 

 

 

 

Secondo la Stampa, si parla in ogni caso di un "pezzo da novanta". E se il sogno di Matteo Berrettini, altro grande protagonista della nostra racchetta, sarebbe avere al suo fianco come mentore insieme a Vincenzo Santoapdre addirittura Sua Maestà Roger Federer (hanno lo stesso manager, Ivo Ljubicic), per Sinner il nome che circola con sempre maggior insistenza è quella di John McEnroe, leggenda del tennis mondiale negli anni 80 e per sua stessa ammissioni grande fan di Jan. Già un paio di anni fa, ricorda il quotidiano torinese, durante una diretta Facebook con il motivatore Marco Montemagno, coach Piatti si era lasciato sfuggire: "io e John abbiamo già lavorato insieme quando preparammo la stagione sull'erba di Milos Raonic. È un simpatizzante di Jannik e gli ho mandato un messaggio in cui gli dicevo che fra un anno avrò bisogno di lui". All'epoca molti sorridevano, oggi l'ipotesi è più concreta.

 

 

 



 

 

Ma c'è un problema: come ricorda sempre la Stampa, oggi Sinner "non ha bisogno solo di un supercoach che gli faccia da apriscatole per i grandi match e i grandi tornei, sussurrandogli due o tre genialate; ma anche di qualcuno con cui lavorare sul campo". Oltre a McEnroe, sicuramente suggestivo, ecco allora le piste (difficili) che portano all'ex coach di Agassi Darren Chaill o al tecnico di Rafa Nadal, lo spagnolo Carlos Moya. O ancora, quel Magnus Norman che ha fatto svoltare Wawrinka o il capitano della Spagna in Coppa Davis Sergi Bruguera. E c'è chi sogna Stefan Edberg o Ivan Lendl per un salto di qualità decisivo anche sull'erba, con vista su Wimbledon.

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