Juventus, Massimiliano Allegri sotto tiro di Elkann e Agnelli? Il siluro dal giornale di famiglia
La sconfitta amara in Supercoppa contro l'Inter ha tolto alla Juventus anche l'appiglio del "titolo" a cui aggrapparsi in questa difficile stagione di "transizione". E Massmiliano Allegri, il salvatore richiamato a peso d'oro in estate per dare un po' più di solidità alla Signora, sembra traballare. La Stampa è sì il giornale di Torino e, dunque, letto da molti tifosi bianconeri, e come tale non può non esprimere anche la delusione degli stessi. Ma è soprattutto il giornale di famiglia degli Agnelli, proprietà di John Elkann. E dunque ogni critica alla Juve che parte dalle sue pagine può essere letta come un messaggio cifrato a dirigenti o squadra,
Per esempio, si ricorda che alla Juve "Vincere è l'unica cosa che conta" e che "allenatori che hanno conquistato uno scudetto (Sarri) o due coppe (Pirlo) sono stati esonerati a fine stagione". Quindi il riferimento sibillino ad Allegri: "Ha le spalle larghe e una storia piena di allori nelle sue 299 panchine juventine, ma anche un contratto lungo così dopo essere stato richiamato per rifondare la squadra e riavviare il ciclo d'oro". E ora? "Si respira pessimismo per una squadra senza capo né coda e adesso inizia ad aleggiare uno scomodo paragone con il suo predecessore".
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Impensabile, fino a pochi mesi fa. E si ricorda peraltro che "Andrea Pirlo è ancora a libro paga". E giù un paragone da brividi: il "Maestro", al debutto in panchina e pur tra mille critiche e difficoltà, la scorsa stagione vinse la Supercoppa contro il Napoli, "la sua Juve aveva più punti in campionato (42 contro gli attuali 38 dopo 21 giornate), era stabilmente in zona Champions, segnava maggiormente (41 contro 32) e a gennaio aveva vissuto un mese d'oro con 8 successi in 9 partite (un solo ko, sempre contro l'Inter)". E ora Allegri, che ha perso Cristiano Ronaldo ed è alla ricerca disperata di un bomber, rischia grosso.