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Novak Djokovic espulso, ma il giudice ferma tutto. E il legale del tennista insulta il ministro: caos in Australia

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Nuovo colpo di scena sul caso Djokovic. Il tennista a cui è stato precedentemente sospeso il visto australiano può tirare un sospiro di sollievo. È infatti stata sospesa l'espulsione di Novak Djokovic dall'Australia, dopo che il suo visto è stato annullato dal governo per la seconda volta. Gli avvocati del ministro dell'Immigrazione, Alex Hawke, hanno concordato di non espellere il tennista serbo fino alla conclusione del procedimento giudiziario o al trasferimento della questione a un altro tribunale.

Esulta il legale del tennista, Nicholas Wood, durante l'udienza presso la Corte del circuito federale: "Il ministro Alex Hawke ha preso una decisione palesemente irrazionale. Il ministro ha riscontrato che Djokovic è in regola e ha una motivazione medica per non essere vaccinato. Ha ritenuto o presupposto che il signor Djokovic rispettasse la legge e rappresenta un rischio trascurabile per gli altri". E ancora: "Il ministro considera solo il potenziale del sentimento no-vax".

Djokovic infatti aveva ammesso di non essere vaccinato. Da qui la decisione di Hawke "nell’interesse della popolazione" e le parole del primo ministro australiano, Scott Morrison: "Comprendo la decisione — gli aveva fatto eco —, il nostro popolo ha sacrificato tanto durante questa pandemia, e ora si aspetta che questi sacrifici vengano protetti". Con il nuovo dietrofront non solo il tennista può evitare di essere bandito dal paese per tre anni, ma potrebbe anche prendere parte all'Australian Open di quest'anno, dove con una vittoria potrebbe diventato il tennista con il maggior numero di vittorie nel tornei del Grande Slam di sempre.

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