Udinese, la furia di Pierpaolo Marino: "In 44 anni mai visto nulla del genere. Partita? No, martirio". Calcio allo sbando
In campo l’ultima volta si era allenata martedì, prima di essere messa in quarantena dall’Asl del Friuli e di così saltare la trasferta di Firenze. Tornata in campo ieri contro l’Atalanta, l’Udinese non ha saputo reggere il confronto, incassando una pesante sconfitta alla Dacia Arena per 2-6. Una sconfitta che non va già a Pierpaolo Marino, d.t. dell’Udinese, che ha sfogato tutta la sua rabbia dopo la sfida: "È impossibile fare un commento tecnico, per il semplice motivo che non c'è stata nessuna partita. Ci sono io qui, anziché allenatori e giocatori, perché cosa potrebbero commentare? — ha detto — Non è stata una partita, ma un martirio”.
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Il direttore tecnico se la prende con la Lega per aver giocato nonostante l’alta presenza di contagi da Covi nel gruppo squadra: "I giocatori e lo staff sono stati costretti a radunarsi la domenica mattina come al torneo dei bar, alcuni appena negativizzati dopo due settimane di stop — ha proseguito Marino — In panchina c'erano giovani della Primavera fermi da 20 giorni. La situazione critica dell'Udinese è sotto gli occhi di tutti. In 44 anni di professione non ho mai visto cose del genere”. E ancora: “È una situazione di grande imbarazzo, chi decide non si preoccupa della situazione a Udine. Il risultato che rimarrà negli annali sarà ricordato come un'onta, ma i giocatori e l'allenatore sono stati degli eroi, bravi a fare ciò che hanno potuto”.
Poi l’attacco: "Dobbiamo solo interrogarci sul perché tutto questo sia accaduto. Si dice che in questo modo si vuole salvare i broadcaster, ma che spettacolo c'è stato oggi? Oggi in campo non c'era l'Udinese che prima di Natale aveva battuto 4-0 il Cagliari, abbiamo dovuto mandare in campo giocatori che stavano in quarantena e ora vedremo se ci saranno conseguenze per la loro salute”. Per poi concludere: "Il giorno della gara con la Fiorentina - tuona - si sono positivizzati altri due nostri giocatori: l'Asl ha fatto bene a non farci partire, avremmo rischiato di contagiare anche i nostri avversari. Stiamo attenti a dire che in questo modo si vuole salvare il calcio”.