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Novak Djokovic arrestato in Australia: "Stanno arrivando i furgoni della polizia", un caso sconvolgente

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"Vogliono arrestare ancora Novak Djokovic". Clamoroso in Australia: la stampa serba e il fratello del numero 1 del tennis mondiale rilanciano le notizie del blitz della polizia australiana nell'ufficio dove il giocatore e i suoi avvocati hanno seguito l'udienza in tribunale che gli avrebbe concesso la possibilità di restare nel Paese e disputare così l'Australian Open, nonostante non sia stato vaccinato contro il Covid. Le notizie (impazzite) riferiscono di "presenza significativa della polizia nell'ufficio degli avvocati di Djokovic in Collins St, Melbourne. Furgoni bianchi che si dirigono nel parcheggio sotterraneo. Riferisce che la polizia federale australiana è entrata per arrestarlo. Il ministro dell'immigrazione ha quattro ore per revocare il visto", spiega Oliver Brown del Daily Telegraph su Twitter. Un caso internazionale che va avanti da giorni e che scuote il mondo, non solo quello del tennis. 

Il governo australiano sembra dunque determinato a espellerlo indipendentemente dalla sentenza del giudice Kelly, che aveva definito "irragionevole" la decisione del governo di negare il visto a Djokovic in mancanza di attestazioni certe della sua positività al Covid nel mese scorso e della conseguente impossibilità a vaccinarsi. Una polemica che va avanti da mesi, nel circuito Atp, con Nole spesso criticato per le sue prese di posizione in odore di negazionismo della pandemia, e ora esplosa in una guerra giudiziaria e diplomatica. Gli organizzatori della prima prova del Grande Slam avevano concesso una deroga al numero 1, la cui assenza (unita a quelle di Federer e Nadal) avrebbe impoverito drammaticamente il tabellone del torneo.

 

Una deroga che il governo non aveva però accettato, nel rispetto della normativa nazionale che prevede l'accesso all'Australia solo se vaccinati. Da qui il ricorso del tennista in tribunale, vinto. E la reazione d'imperio della politica: "Sono stato messo in una posizione molto imbarazzante dove alle quattro del mattino non potevo chiamare il direttore di Tennis Australia, non potevo interagire con nessuno del governo dello stato di Victoria attraverso Tennis Australia. Sono stato messo in una posizione molto scomoda", si è lamentato il tennista più chiacchierato del mondo. 

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