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Novak Djokovic non vaccinato "ma può restare". Australian Open, il giudice smentisce il governo: guerra legale

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Ha vinto il primo set, Novak Djokovic, nella partita ormai infinita con il governo australiano. Il tennista serbo, non vaccinato, potrà giocare comunque l'Australian Open: è la sentenza del giudice Kelly, che ha definito "irragionevole" la decisione politica di rispedire in patria il giocatore. Djokovic era atterrato in Australia mercoledì scorso, presentando una esenzione medica per giustificare la sua mancata vaccinazione. Risultato: l'Australian Border Force ha cancellato il visto del serbo (per entrare in Australia è obbligatorio presentare il certificato vaccinale ani Covid) e dopo il ricorso dell'atleta, il giudice ha disposto il suo rilascio entro 30 minuti. Al numero 1 del circuito Atp dovrà così venire riconsegnato immediatamente il passaporto e gli effetti personali. "Se Djokovic avesse avuto più tempo per consultare i suoi legali, avrebbe risposto in maniera più chiara al Border Force", è la motivazione del giudice, che si inserisce così nel braccio di ferro tra governo e organizzatori della prima prova stagionale del Grande Slam, interessati ad avere in gara il numero 1 considerate anche le assenza dei suoi storici rivali Federer e Nadal. 


Ora però la palla passa nuovamente al governo centrale, che potrebbe ribaltare la decisione del giudice. "Non vi è alcun suggerimento - si legge nella memoria scritta presentata dal ministro degli Interni Karen Andrews - che il ricorrente abbia avuto una malattia grave acuta a dicembre, quando è risultato positivo". Tradotto: Djokovic, che ha spiegato (a sorpresa) di aver contratto il Covid un mese fa, potrebbe aver detto il falso. 

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