Sandro Tonali, una crescita esponenziale: ecco tutte le cifre a confronto (e il Milan se lo gode)
Chissà quante volte, Sandro Tonali, ripenserà a quella letterina scritta a Santa Lucia quando era solo un bambino di 10 anni, in cui domandava se sarebbe mai diventato un calciatore, oltre a chiedere il completino della sua squadra del cuore. Quel Milan di cui oggi è giocatore, leader e simbolo.
Per il suo atteggiamento in campo, sempre propositivo e mai sopra le righe, e per il milanismo sprizzato da tutti i pori. Che lo rende un idolo per la tifoseria, la quale l'ha adottato fin dal suo arrivo a Milano, nell'estate del 2020 dal Brescia, nonostante una prima stagione sotto le aspettative. Sì, perché il 21enne lodigiano ha necessitato di tempo per adattarsi ad un nuovo sistema di gioco - con la mediana a 2 rossonera, rispetto al centrocampo a 3 bresciano - e alla pressione di una maglia piena di storia, e di uno stadio, San Siro, che incuterebbe timore anche nell'uomo più coraggioso al mondo.
E allora, Tonali, si è rimboccato le maniche, e i numeri sono lì a testimoniarlo. L'8 milanista ha raddoppiato i tiri a partita, passando da 0.67 del 2020/21 a 1.45 di questa stagione, ed è nettamente più incisivo al dribbling, dove ha successo nel 61% dei tentativi, contro il 43% dell'anno scorso, e ne cerca molti di più (da 0.94 a 2.0). Ed ora è forse il giocatore più importante della stagione rossonera. Quello che non fa mai mancare il suo apporto, e l'unico insieme al compagno Alexis Saelemaekers ad aver giocato tutte le partite della stagione, 26 tra serie A e Champions League. Fondamentale in entrambe le fasi, in impostazione per la capacità di giocare giostrando tra la linea dei centrocampisti e della difesa, ed in interdizione per l'imbarazzante facilità con cui ferma gli avversari, come dimostrato dall'83.3% (5 su 6) di duelli vinti nel 3-1 del Milan sulla Roma di giovedì.
Caratteristiche che lo rendono imprescindibile, in particolare in un momento in cui il Diavolo è privo di Franck Kessié ed Ismael Bennacer, impegnati in Coppa d'Africa con Costa d'Avorio ed Algeria (la finale è il 6 febbraio, possono saltare Juventus, il 23/1, e Inter, il 6/2). Sarà, ovviamente, titolare anche oggi in casa del Venezia (ore 12.30 su Sky e Dazn), dove le novità saranno Bakayoko in mediana e brahimovic in avanti. Giocherà galvanizzato dalle splendide parole spese da Pioli ieri: «Il segreto di Tonali è il talento e il lavoro che fa ogni giorno. È il miglior giovane che abbia mai allenato». Ma la sensazione è che la sua utilità a tutto campo sarà fondamentale anche per l'Italia.
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E che Tonali potrà rivelarsi l'asso nella manica di Mancini per il playoff mondiale di marzo, contro Macedonia e la vincente tra Portogallo e Turchia. Fino ad oggi il talento del Milan si è visto pochissimo in azzurro - ha solo 6 presenze - ma può inserirsi alla perfezione nello scacchiere del Mancio. Anche grazie alla sua capacità indistinta di agire da mezzala o da vertice basso. Insomma, Tonali potrebbe giocare senza problemi sia al centro, quando non c'è Jorginho, che da interno, sostituendo all'occorrenza uno tra Verratti e Barella. Dopotutto, lo stesso Jorginho l'ha già indicato come suo erede. Adesso tocca a lui dimostrarlo.