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Paulo Dybala, un sacrifico calcolato: perché la Juve lo deve scaricare (e per ottenere cosa)

Federico Strumolo
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Spiegare i motivi della crisi della Juventus è semplice, basta osservare il dato dei gol segnati: 28, in 20 partite, a fronte di 18 subiti. Per ritrovare un bottino così povero per la Vecchia Signora bisogna tornare addirittura al 1999/00, quando negli stessi incontri ne realizzò 26 (ma alla fine fu secondo posto, con 46 gol fatti, oggi è quinta). Numeri non all'altezza delle ambizioni bianconere, ça va sans dire, ed il risultato di un gioco con poche idee, oltre alla mancanza di un bomber. D'altronde, a tappare i buchi fino a fine agosto c'era Cristiano Ronaldo (36 anni), un fenomeno da 81 gol in 3 stagioni di serie A. Oggi, invece, nessuno va oltre le 5 reti di Alvaro Morata (29) e Paulo Dybala (28; e fanno peggio il 21enne Moise Kean, 3 gol, ed il 19enne Kaio Jorge, a 0). Ma se pare complicato cambiare la rosa già a gennaio, è evidente che servirà una rivoluzione in estate. Un cambio radicale che, però, potrebbe richiedere una rinuncia dolorosa: Dybala. L'argentino è tecnicamente favoloso, come dimostrato nel suo straordinario ciclo bianconero, con 5 scudetti vinti in 7 anni ed un picco di 22 gol nel 2017/18, ma negli ultimi tempi ha avuto un netto calo di rendimento, anche a causa degli infortuni.

 

In questo campionato, la Joya, ha collezionato solo 9 partite per intero, più altri 5 spezzoni, segnando, come detto, solo 5 gol. Troppo poco per chi dovrebbe essere il salvatore della patria, e per chi chiede 10 milioni annui per rinnovare il contratto in scadenza a giugno. L'addio di Paulo responsabilizzerebbe Federico Chiesa (24), un altro che sta vivendo un'annata sotto le aspettative, con 2 gol in 13 incontri, ma che ha iniziato il girone di ritorno segnando nell'1-1 contro il Napoli di giovedì. Dal mercato, poi, arriverà il centravanti, che rappresenterà il vero investimento estivo. Il sogno è il viola Dusan Vlahovic (21), ma i 16 gol segnati in A stanno alzando il prezzo, oggi di 60 milioni, ed attirando tutta Europa. La Juve farà un tentativo, anche perché il serbo dà l'idea di essere un attaccante perfetto per il tecnico Massimiliano Allegri, il quale nella sua carriera si è sempre affidato al singolo campione, piuttosto che ad un gioco eccessivamente corale.

 

 

Le difficoltà dell'operazione, però, costringono la Juve a ragionare sulle alternative, Mauro Icardi (28) e Gianluca Scamacca (23). L'argentino del Psg piace, ma la dirigenza non è convinta di investire i 30 milioni chiesti da Leonardo, mentre il centravanti del Sassuolo può rappresentare la soluzione ideale. Anche perché, con le dovute proporzioni, l'ex Roma potrebbe ricoprire il ruolo occupato da Zlatan Ibrahimovic nel Milan allegriano che vinse il campionato nel 2011. D'altronde, Scamacca è cresciuto con il mito svedese e nelle caratteristiche lo ricorda. Ad esempio, è bravissimo a venire fuori dall'area e aprire lo spazio per gli interni, che possono diventare letali, alla Antonio Nocerino, con 11 gol nel 2011/12 rossonero. Certo, serviranno centrocampisti di livello, almeno un paio da affiancare a Manuel Locatelli (23), ma questa è un'altra storia. 

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