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Serie A piegata dal Covid? L'ipotesi porte-chiuse e il giallo Bologna-Inter: il caos è totale

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Claudio Savelli
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Tanto tuonò che no, non piovve. L'attesissimo comunicato del Giudice Sportivo - il primo del 2022 e, si spera, anche l'ultimo inerente al rinvio delle partite - uscirà oggi. Il fatto che il dottor Gerardo Mastrandrea si sia preso una notte di riflessione in più certifica la delicatezza delle decisioni: possono fare giurisprudenza nel bel mezzo di un momento di transizione normativa della serie A. Le decisioni riguardano la gestione delle quattro partite che non si sono disputate nella prima giornata di ritorno, ovvero Salernitana-Venezia, Fiorentina-Udinese, Atalanta-Torino e Bologna-Inter.

 

 

LE ALTERNATIVE
Tre le opzioni: uno, come già fatto per Salernitana-Udinese di fine 2021, mettere le partite nel cosiddetto sub iudice, cioè sospenderne il giudizio; due, assegnare la vittoria a tavolino 3-0 a Venezia, Atalanta, Fiorentina e Inter, con un punto di penalizzazione per Salernitana, Udinese, Torino e Bologna, in attesa che queste ultime poi procedano al ricorso e alla richiesta di rinvio della partita per cause di forza maggiore (ovvero le Asl che ne hanno bloccato i viaggi o l'attività); tre, disporre direttamente il rinvio della gara, cosa mai successa. L'opzione più probabile è la prima, per transitare fino a mercoledì prossimo, quando è in programma l'incontro-svolta tra Governo, Regioni (da cui dipendono le Asl) e Lega che, in seguito alla riunione di ieri, si augura «di individuare in modo chiaro degli strumenti di coordinamento delle Asl». Il dialogo tra calcio e governo è aperto e la telefonata del presidente del Consiglio, Draghi, al dirimpettaio della Figc, Gravina, non è un pro forma bensì un campanello d'allarme per evitare gli scenari peggiori: ulteriore riduzione della capienza, chiusura degli stadi o addirittura lo stop ai campionati. Purtroppo sì, sono tornati sul tavolo. Draghi si è detto «preoccupato», Gravina ha confermato la volontà della serie A di proseguire, anche in caso di ritorno alle porte chiuse. E sappiamo che mai come ora il calcio e gli stadi aperti siano lo specchio del Paese (e di riflesso della bontà della campagna vaccinale obbligatoria stessa). Dovessero richiudersi le porte degli impianti, cosa succederà al resto delle attività produttive? In questo contesto il prossimo turno (tutto domani) pende ancora dalle decisioni delle Asl.

 

 

Perché il protocollo emesso dalla Lega - con un minimo di 13 giocatori (di cui un portiere) tra prima squadra e Primavera si deve giocare - non basta. Fino alla riunione, le Asl conservano potere decisionale. Tradotto: se oggi non rivedranno i provvedimenti, salteranno altre tre gare: Cagliari-Bologna, Toro-Fiorentina e Udinese-Atalanta, perché Bologna, Toro e Udinese sono in quarantena. Una quarta, Verona-Salernitana, è in bilico: i granata, travolti dal Covid, effettueranno oggii tamponi e la Asl di Salerno, come annunciato dal direttore Tozzi, «rivaluterà il tutto in base agli esiti». Il Bologna intanto è suo malgrado la protagonista del colpo di scena del giorno dopo. La società ha infatti lasciato in bozza la distinta nel sistema della Lega alla vigilia della gara con l'Inter che poi non si è disputata. La distinta, diventata effettiva, avrebbe obbligato la squadra rossoblù a presentarsi al Dall'Ara, pena lo 0-3 a tavolino. Anche su questo si deve pronunciare il Giudice Sportivo, e forse è la prima causa del ritardo nel comunicato. Magra consolazione: almeno la questione Juve-Napoli, dove quest' ultimo ha schierato tre giocatori (Zielinski, Lobotka e Rrahmani) che, secondo l'Asl 2 partenopea sarebbero dovuti essere in quarantena da contatto (perché privi della terza dose), sembra essersi chiusa. La Juve ha lasciato intendere di non voler fare ricorso. Il Napoli si sente al sicuro: ha rispettato il protocollo Covid del giugno del 2020, firmato da Ministero della Salute e Figc, che prevede la cosiddetta quarantena "soft", cioè con lo spostamento casa-lavoro (in questo caso albergo-campo) consentito per i negativi a contatto con positivi. I tre avrebbero dovuto lavorare con la mascherina, certo, ma nel caso rischierebbero "solo" un'ammenda. Per sicurezza, poi, il Napoli ha effettuato un tampone a Elmas, il cui esito ai tamponi era oscillante, sei ore prima dalla partita all'aeroporto di Caselle. Esito negativo e via libera. Finché Asl non ci separi.

 

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