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Novak Djokovic, "vermi nel cibo". Rinchiuso nell'hotel per rifugiati, la foto-choc: cosa gli danno da mangiare

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Il caso Djokovic continua a far discutere: il campione serbo è bloccato in Australia, dove era andato per partecipare agli Australian Open. Prima di partire, il tennista aveva fatto sapere che gli era stata concessa una speciale esenzione, attraverso cui sarebbe stato libero di non chiarire il proprio stato vaccinale. Una notizia che aveva infiammato l'opinione pubblica, fino alla clamorosa frenata del governo australiano, che ha spiegato di non fare favoritismi a nessuno. Djokovic adesso è rinchiuso nell’albergo utilizzato per ospitare i rifugiati: come spiega il Corriere della Sera, ci dovrebbe rimanere fino a lunedì, quando il giudice Anthony Kelly valuterà il ricorso contro la sua espulsione dall’Australia. 

 

 

 

Il campione si trova al Park Hotel, una struttura di 107 camere nella zona periferica di Melbourne, che dal dicembre 2020 è utilizzata dal governo per i richiedenti asilo. Durante la prima ondata Covid, invece, veniva utilizzato per i positivi in quarantena. "È una prigione definitiva. Siamo chiusi nella nostra stanza in questo edificio e non c’è una scadenza", ha fatto sapere Mehdi Ali, un ragazzo iraniano di 24 anni, richiedente asilo parcheggiato da mesi al Park Hotel. Ishmael, un altro ragazzo che si trova all'interno dell'edificio, ha spiegato al Guardian che lui, come altri, è trattenuto "in un posto senza aria fresca, senza luce solare".

 

 

 

Dell'alloggio del tennista ha parlato anche sua madre: "Lo tengono come un prigioniero, non è giusto, non è umano. Spero che rimanga forte, anche noi stiamo provando a dargli un po’ di energia per andare avanti. Spero che vinca la sua battaglia". E ancora: "Il suo alloggio è terribile. È solo un piccolo hotel per gli immigrati, ammesso che sia un hotel. Con gli insetti, è tutto sporco, il cibo è terribile". Qualche tempo fa è stata pubblicata su Twitter una delle portate destinate ai "detenuti": un piatto con i vermi.

 

 

 

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