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Roberto Mancini, se l'Italia va ai Mondiali si può vincere. Altobelli: "Cosa può favorirci in Qatar"

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Spillo Altobelli è tornato a casa, dopo 10 anni di Qatar e viaggi avanti e indietro da un Paese all’altro. Nella sua Brescia, circondato dai due figli, Mattia e Andrea, e dai nipoti che gli riempiono le giornate. Lo stesso che ha rilasciato un’intervista a Il Giornale, parlando del Paese dove approdò nel 2006, pochi mesi dopo la vittoria nel Mondiale della Nazionale di Marcello Lippi. “Là pensano di sapere fare tutto. Hanno costruito stadi, alberghi, strade ma c'è bisogno del controllo quasi quotidiano di Infantino perché sia pronto per il mondiale — ha detto l’ex calciatore — Vogliono fare bella figura, si giocano tutto in uno Stato che è grande quanto un quarto di Milano. Mi chiedo solo come faranno ad ospitare i tifosi provenienti da tutto il mondo”. 

 

 

Il clima in Qatar e lo spareggio con il Portogallo per andarci
E ancora: “Gli stadi, per la maggior parte, si concentrano in una sola città. La vendita di alcool è vietata tranne che negli alberghi a 5 stelle: e i turisti inglesi come faranno?”. Sulla possibile mancata qualificazione dell’Italia di Mancini: “Il rischio esiste — commenta Spillo — Nel 2021 abbiamo vinto, con merito, il titolo di campioni d'Europa, siamo stati 40 partite senza perdere ma adesso il pericolo c'è. È uno spareggio tra noi e il Portogallo. Per gli azzurri è un appuntamento che procura motivazioni: chi gioca a calcio non conosce la paura”. Se il tecnico di Jesi è preoccupato, per Altobelli è giusto così: “Fa bene a esserlo. Così come fa bene a rilasciare dichiarazioni che vogliono infondere coraggio ai suoi. Quando dice ci qualifichiamo e magari vinciamo il Mondiale, lo fa per centrare questo obiettivo”.

 

 

La questione attaccante per la Nazionale di Mancini
Se andiamo in Qatar, occhio al clima: “In quei mesi di novembre e dicembre, in Qatar sarà ideale per gli Europei: perfetto come temperatura, perfetto per lo stato di forma dei calciatori provenienti dai campionati europei”. E sulla questione attaccante, della quale tanto si parla da tempo: “È un problema — dice l’ex nerazzurro sempre al Giornale — me ne rendo conto anche perché i nomi su cui puntare sono quelli di sempre: Immobile e Belotti. Scamacca? Chi farebbe debuttare un giovanotto, che deve ancora completare il processo di maturazione, in una sfida così decisiva?”. L’alternativa è Zaniolo: “Io lo farei giocare a occhi chiusi — aggiunge — È un talento naturale, può risolvere il problema proprio lui. Sento parlare di Joao Pedro. Mi chiedo: se non ti qualifichi poi che figura fai?”. 

 

 

Su Insigne e il nuovo San Siro
Intanto un altro Azzurro, Lorenzo Insigne, è pronto a lasciare Napoli per gli Usa, con direzione Toronto: “Lorenzo è un simbolo di Napoli: se tu società gli offri un contratto al ribasso vuol dire semplicemente che non punti più su di lui. I calciatori, e i procuratori, ragionano così”. Un pensiero finale va quindi sulla questione San Siro: “Io sono stato tra i primi a schierarmi per il ‘no’ — ha concluso Altobelli — E vorrei essere sul posto per assistere alla prima picconata. Quello non è uno stadio, è un museo. Capisco le esigenze di Inter e Milan: vogliono uno stadio nuovo, più accogliente e moderno. E allora facciamo lo stesso ragionamento con la Scala”.

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