Lukaku, che autogol. Biasin: "Chelsea e Inter, tutti inc***i. E se Antonio Conte..."
C'è stata questa video-confessione di Romelone Lukaku a Sky. Un colossale scoop. Roba dell'altro giorno, tra l'altro. Ci torniamo perché a 48 ore dallo "sfogo lukakesco" abbiamo finalmente capito quale sia la logica sottesa dietro a siffatto e apparente, autogol-mediatico: nessuna. Con le dichiarazioni dell'altro giorno, l'attaccante del Chelsea, pagato 115 milioni solo 5 mesi fa, ha in un sol colpo: fatto incazzare la totalità dei tifosi Blues e, soprattutto, l'allenatore Thomas Tuchel; fatto incazzare (ma anche godere, va detto) la quasi totalità dei tifosi dell'Inter; messo una in fila all'altra una serie di considerazioni che più le vai a leggere più ti rendi conto di quanto siano controproducenti. E voi direte: «Forse sta usando l'Inter per andare alla corte del suo "papà sportivo" Antonio Conte, al Tottenham». Può darsi, ma se questo è l'obiettivo ha certamente utilizzato la strategia più sballata in assoluto, ovvero quella che contempla lo scontro con sua signoria Marina Granovskaia, la "Papessa" del Chelsea, il braccio destro di Roman Abramovich, una che se le girano i 5 minuti ti mette a cuccia, altro che il testa a testa con Ibra in quel famoso derby di Milano. Le prime risposte sono già arrivate: l'allenatore ha detto (in parole povere) «basta boiate e si metta a lavorare», il club nel post di auguri lo ha graficamente ridotto a un micro-francobollo. Come dire: «Ti facciamo così schifo? E noi ricambiamo con affetto». Ma procediamo con l'analisi illogica dell'intervista. Dice così, Lukaku (in ordine sparso): «Mi ha dato fastidio che i dirigenti dell'Inter non abbiano nemmeno provato a farmi rinnovare il contratto, in tal caso sarei rimasto al 100%». Il belga aveva tre annidi contratto, ma per restare voleva rinnovare. Il tutto nel momento più complicato della storia recente dei nerazzurri. E meno male che vuole bene all'Inter, pensa se gli volesse male... «...Ma non sono andato via per i soldi». E, quindi, voleva il rinnovo ma non i soldi. E questa - lo capisce anche un bimbo- è chiaramente una boiata. «Spero nel profondo del mio cuore di tornare all'Inter, non alla fine della mia carriera, ma a un livello ancora alto per vincere di più». Lukaku guadagna circa 12 milioni a stagione più bonus. Fine dei discorsi. Nel senso che non potrebbe tornare in Italia neppure se il Chelsea per un qualsiasi motivo decidesse di regalarlo (cosa che non farà mai, ovviamente). «Lautaro è il miglior compagno di squadra che ho avuto, in campo avrei dato la vita per lui. Mi manca. Mi raggiunge al Chelsea? No, resta a Milano e torno io». C'è questa cosa che hanno in testa tanti giocatori: «Faccio quello che voglio, vado, torno, decido...». Eh no, troppo comodo: prendere altre strade è legittimo, accettare le conseguenze è un dovere. «Se mi chiamassero Juve o Milan? Mai! Mi ero arrabbiato con il mio agente quando mi aveva detto della Juve, in Italia per me c'è solo l'Inter ed è sempre stato così». Bene. Allora non si capisce perché se ne sia andato. Ah, per quella storia del contratto da rinnovare. A 3 anni dalla scadenza. Giusto. Infine, la perla: «Nel calcio ci sono tre squadre che sono al top assoluto: Barça, Real e Bayern. Dico la verità, pensavo di fare la mia storia con l'Inter per poi trasferirmi in uno di questi tre club, se ci fosse stata la possibilità». Ci arrendiamo. Hanno scritto così, su uno striscione, i tifosi della Curva Nord nerazzurra: «Non conta chi con la pioggia scappa. Conta chi nella tempesta resta». Loro perfetti, Lukaku quantomeno rivedibile...