Cristiano Ronaldo, rivolta popolare per questa statua: "Un insulto"
"Un insulto da colonialisti". A Goa, ex possedimento del Portogallo in India, non hanno accolto bene l'inaugurazione della statua di Cristiano Ronaldo, nel 60esimo anniversario dell'indipendenza. Una provocazione, o quasi, perché CR7 è sì un uomo-azienda, icona del calcio mondiale e star globale di Instagram, ma è pur sempre un portoghese.
Il ministro locale Michael Lobo ha provato a smorzare le polemiche e motivare la scelta di dedicare proprio a Ronaldo, figlio della ex madrepatria (molto poco amata) la statua nel giorno dell'orgoglio locale: "Se vuoi portare il calcio a un altro livello, questo è ciò che i ragazzi e le ragazze non vedono l'ora di fare: selfie, guardare la statua e trovare ispirazione per giocare". Insomma, Ronaldo come fonte di ispirazione per i giovani per il futuro e non come ricordo del passato.
"Erigere la statua di un portoghese quest'anno è un sacrilegio. Un insulto a quanti hanno combattuto per la libertà a Goa", è però la dura presa di posizione di Guru Shirodkar, attivista ultrà. "Siamo molto delusi - rivendica un altro esponente del tifo locale sui social -, dobbiamo imparare a essere orgogliosi delle nostre icone, come Samir Naik e Bruno Coutinho", due stelle del calcio di Goa e glorie della Nazionale di calcio indiana. Goa è di fatto l'enclave calcistica in un Subcontinente in cui lo sport nazionale era e resta il cricket.