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Juventus e plusvalenze, "i soldi dati a Mino Raiola": l'ultimo pesantissimo sospetto dei pm

Lorenzo Pastuglia
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In totale 282 milioni di plusvalenze dubbi, che negli ultimi sei mesi hanno fatto scendere in campo la Guardia di Finanza e la Consob. “Mandati fittizi” per i rinnovi contrattuali (praticamente scontati) dei giocatori della Juventus. Nel mirino della Procura non c'è solo una “gestione malsana delle plusvalenze”, queste ultime utilizzate quale autentico strumento “salva bilanci”. Ma si indaga anche su presunte operazioni “opache” (definite così dagli inquirenti) che hanno fatto nascere un sospetto: che nell'ambito delle trattative per l'acquisto o la cessione di giocatori, oltre a quelle per i rinnovi contrattuali di chi era saldamente inamovibile, venisse riservato un trattamento economico speciale, proprio ai procuratori

 

 

 

 

Gli importi spesi tra 2018 e 2021 per i procuratori - L'inchiesta ipotizza anche i reati di false comunicazioni sociali e fatture per operazioni inesistenti nei confronti di Andrea Agnelli, del vicepresidente Pavel Nedved, dell'ex d.s. Fabio Paratici (ora al Tottenham) e di un manager (oltre a due ex) dell'area finanza. Perché al netto dei valori di acquisto dei singoli giocatori o della retribuzione, il passaggio di un atleta da una squadra all'altra comporta anche il pagamento di un procuratore, che rappresenta il campione - o l'aspirante tale - e che alla firma del contratto riceve una commissione in base a una percentuale calcolata sul valore dell’affare. Da qui, sono sotto inchiesta gli importi spesi tra 2018 e 2021, anni finiti sotto la lente della Procura. Nel 2019 dalle casse della Juventus erano usciti 44,3 milioni di euro per pagare le “parcelle” dei procuratori. Spesa poi ridotta a 20,8 milioni nel 2020, dato sempre al top tra le squadre italiane. Pesa sicuramente la presenza sul prato delle superstar, a partire da Cristiano Ronaldo, ma fino a un certo punto se la “commissione capitalizzata” dell'agente di Emre Can fu di 15,8 milioni di euro (nel 2019). 

 

 

 

 

 

Le commissioni a Mendes e Raiola - Anche se nei libri mastri bianconeri ci sono notevoli esempi: per il passaggio di CR7 dal Real ai bianconeri, Jorge Mendes ha incassato 11,5 milioni di euro, mentre Mino Raiola, nei quattro anni (2012-2016) in cui ha tutelato gli interessi di Paul Pogba (oggi al Manchester United) ha incassato complessivamente sui 36,4 milioni. E proprio riguardo a Ronaldo e alla sua ‘carta famosa che non deve esistere teoricamente’ (su compensi arretrati), i pm potrebbero ascoltare come testimone Cesare Gabasio, esperto in diritto dello sport e da gennaio general counsel della Juve, con il compito di riportare direttamente al presidente Agnelli. A insospettire gli inquirenti non sono i compensi delle estenuanti trattative che vanno avanti per settimane durante il calciomercato, ma quelle operazioni in cui tutto è già deciso a tavolino, e dove la firma è pressoché scontata. 

 

 

 

 

 

Trattative a buon fine con “soldi in nero” - Sotto la lente della Procura, infine, ci sono anche gli scambi tra le società a parità di costo dei calciatori con lo scopo di creare plusvalenze. E negli atti dell'inchiesta “Last Banner”, sulle estorsioni degli ultrá al club (2018/19), da un'intercettazione tra un giocatore e un amico saltò fuori un sospetto che i poliziotti della Digos definirono “di assoluta gravità” (ma mai contestato): che alcune trattative di calciatori andassero “a buon fine esclusivamente dietro pagamento di soldi in nero”. Agli agenti.

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