Gigi Buffon, la verità su Maurizio Sarri alla Juve: "Con qualcuno...", grossi guai nello spogliatoio
“Vedo la Juve sempre protagonista in ogni competizione, poi vincere la Champions in questi anni, contro determinate squadre, è sempre complicato”. Firmato: Gigi Buffon, intervenuto lunedì 22 novembre in tarda serata a Tiki Taka, programma su Italia 1 condotto da Piero Chiambretti. “Il gioco dei bianconeri? La Juve non gioca male, quando vince lo fa da squadra solida, compatta che non concede spazi e che quindi imbruttisce la partita. La nostra Juve che è arrivata due volte in finale era solida, poi non ha vinto perché ha giocato contro un Barcellona e un Real Madrid che erano quattro volte superiori a noi. Ma senza quelle caratteristiche non saremmo mai arrivati in finale”.
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Sarri non ha legato col gruppo, Pirlo non è “un vitello sacrificale”
Poi un commento su Sarri, allenatore della Juventus nella stagione 2019-20: “Il mister da noi ha avuto tantissime difficoltà perché già all’inizio ha avuto dei piccoli attriti con qualcuno, e non è scoccata la scintilla — ha aggiunto Buffon —. Dopo un mese, si è accorto che il tipo di lavoro che era abituato a fare avrebbe dovuto rivederlo. E per uno come lui mediare è un qualcosa di avvilente. Non aveva quell’entusiasmo che di solito uno come lui ha”. Poi Andrea Pirlo, protagonista di un’annata non positiva in bianconero: “Lui vitello sacrificale? Non direi, dà l’idea di un perdente ma un allenatore che vince Coppa Italia, Supercoppa e che arriva in Champions non ha fallito”. E sull’ultima estate: “Se Cristiano Ronaldo non era più convinto di rimanere ha fatto bene ad andarsene. E Allegri ha fatto bene a tornare perché si vede che è convinto di fare bene ed è convinto di poter incidere”.
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Da Gasperini al ritorno alla Juve dopo il Psg
Quindi il retroscena sull’Atalanta, dove il portiere poteva andare un anno fa: “Nel momento in cui avevo deciso di andare a Bergamo, ho parlato con i dirigenti della Juve e con Pirlo che mi hanno convinto a restare — ha detto Gigi — Mi conoscono alla perfezione e hanno toccato determinati tasti che non mi hanno persuaso a non andare. A Gasperini comunque voglio bene, le sue chiamate e la sua volontà di volermi a Bergamo perché secondo lui ero ancora forte per fare il titolare, mi hanno gratificato moltissimo”. Certe corde avevano cominciato a vibrargli dentro quando era a Parigi: “Quando all’andata degli ottavi di Champions noi avevamo vinto, ma la Juve aveva perso, non mi sentivo a mio agio per la sconfitta della Juve. E questa cosa ha pesato nelle scelte future — conclude il portiere — Così poi sono tornato, non mi faceva impazzire l’idea di fare il secondo ma l’idea di poter vincere la Champions con questa dirigenza e con questi compagni è stata la cosa che ha pesato di più. Vincerla per la gente della Juve mi avrebbe dato una soddisfazione enorme”.