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Peng Shuai "ricompare"? La frase che scatena il più tragico dei sospetti: ecco cosa sta subendo in Cina

Lorenzo Pastuglia
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Quella videochiamata al presidente del Cio, Thomas Bach, lascia ancora qualche dubbio. Anche se ora il mistero su Peng Shuai — scomparsa per quasi un mese dopo aver denunciato la violenza sessuale da parte dell’ex vicepresidente della Cina, Zhang Ghaoli — sembra volgere verso il lieto fine. Nella conferenza con Bach, a capo del Comitato olimpico internazionale, la ex tennista ha rassicurato di stare “bene e di essere al sicuro”, dopo essere apparsa nei giorni scorsi anche in alcuni video e immagini di dubbia provenienza, che avevano alimentato la preoccupazione di tutto il mondo sportivo espressa sui social con l'hashtag “#WhereIsPengShuai”

 

 

 

 

 

L’ex tennista chiede un po’ di privacy - Al presidente Bach, dopo le rassicurazioni sullo stato di salute, la tennista ha chiesto anche il rispetto della sua privacy: "Posso confermare che sta bene, che era la nostra principale preoccupazione", ha dichiarato Emma Terho, a capo della commissione degli atleti, presente durante il videocollegamento insieme al membro del comitato olimpico cinese Li Lingwei. Peng "si trova nella sua casa di Pechino — si legge in una nota del Cio — È per questo che per adesso preferisce passare il tempo con gli amici e la famiglia. Nonostante ciò, continuerà a essere coinvolta nel tennis, lo sport che ama così tanto". Nei giorni scorsi la Wta aveva minacciato di stracciare tutti i contratti con la Cina se non ci fossero state rassicurazioni e notizie certe sulle condizioni della ex numero 1 di doppio. Ora si attendono le reazioni del numero uno del sindacato delle tenniste, Steve Simon.

 

 

 

 

Come era iniziata la vicenda - La denuncia dell’ex tennista cinese contro l’ex vice premier Zhang Gaoli, ritiratosi dalla politica nel 2018, era arrivata dall'account Weibo della tennista, censurato nel giro di pochi minuti, ma non prima che gli utenti del social network più popolare in Cina avessero iniziato a commentare le accuse: "Questo è esattamente il motivo per cui il movimento femminista è visto come una minaccia al governo comunista", aveva poi commentato Leta Hong Fincher, autrice del saggio Betraying Big Brother sul femminismo in Cina, citata dal Washington Post. Da lì erano partite le proteste, fino all’apparizione dell’ex giocatrice nell’incontro con Bach.

 

 

 

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