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Inter, Inzaghi si gioca la chance di stare in scia alla vetta: o spacca il Napoli oppure addio scudetto

Fabrizio Biasin
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È il giorno di Inter-Napoli che è una partita da copertina a prescindere e figuriamoci questa volta. Lo sanno anche i sassi, conta soprattutto per la squadra di Simone Inzaghi che si augura di chiudere la domenica a -4 dagli avversari, ma rischia pure di finire a -10. In genere, il ritorno dalla simpaticissima Sosta per le Nazionali non fa bene ai campioni d'Italia (sconfitta con la Lazio e pareggio con la Samp) e in questo caso l'allarme è doppio, vista l'assenza di De Vrij, difensore tra i più forti che avrebbe dovuto arginare il miglior giocatore della Serie A (almeno fin qui), ovvero Osimhen. Ecco, l'incombenza toccherà nientepopodimeno che all'ex capitano nerazzurro Andrea Ranocchia, uno che gioca poco ma quando scende in campo, quantomeno, non manca di impegno. Non sarà semplice, soprattutto perché il suo avversario, quest' anno, pur avendo rallentato un po' in zona gol (5 centri fin qui in campionato) è stato arginato dal seguente numero di difensori: zero.

 

 

CHE DUELLI...
E voi direte: «Come fai a sapere che toccherà proprio a Ranocchia l'incombenza?». La risposta è semplice: in mezzo a un mare di non-risposte targate Inzaghi (è un maestro del "tu mi chiedi una cosa, io ti rispondo qualcosa che c'entra con la tua domanda, ma non del tutto". Ottima strategia davvero...), sul difensore non ha avuto dubbi: «Gioca lui e sono certo che farà una gran partita». È quello che serve, in effetti, soprattutto perché al momento i suoi ragazzi hanno gestito piuttosto bene tutti gli scontri diretti, ma non ne hanno vinto neppure uno. Badate bene, significa che la squadra ha realmente un gran potenziale ed è ben gestita dal suo allenatore, se è vero come è vero che fin qui nessuna avversaria è riuscita a metterla sotto (solo lo Shakhtar di De Zerbi che, tra l'altro, è il prossimo avversario di Champions League, mercoledì alle 18.45 a San Siro).

 

 

FISCHI O APPLAUSI?
Dall'altra parte, il super Napoli. L'ex Luciano Spalletti ben se ne frega abbastanza dell'accoglienza che i suoi antichi tifosi gli riserveranno: «I fischi li ho già presi altrove: sinceramente non mi interessa molto. Preferisco concentrarmi su quello che ho lasciato quando sono andato via». In realtà, la sensazione, è che riceverà più applausi che altro, piuttosto meritati tra l'altro. E veniamo al campo. Di De Vrij abbiamo detto, Bastoni è recuperato, Dzeko pure e farà coppia con Lautaro. A centrocampo gli insostituibili Barella e Brozovic («i miei dirigenti sanno cosa penso di Marcelo...», ha detto il tecnico. Tradotto: speriamo arrivi il rinnovo di contratto), con loro Calhanoglu, sugli esterni Perisic e Darmian. La capolista perde Politano per covid, al suo posto Lozano che in settimana ha manifestato la sua voglia di finire in club più importanti («È normale che Lozano abbia ambizioni di crescita- ha specificato Spalletti -. Le devono avere tutti. Mi auguro che ha fine stagione riceva l'interesse di club che lui ritiene più importanti del Napoli, significherebbe che si è reso protagonista del raggiungimento di alcuni nostri obiettivi). Coppia fissa a centrocampo: Ruiz-Anguissa. E sugli spalti? Il pienone concesso dalle attuali limitazioni (circa 60mila spettatori). Fischio d'inizio alle 18. Uh, chi se la perde... 

 

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