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Gigio Donnarumma, Mario Sconcerti: "Lo avete visto". Una verità esplosiva sul flop mondiale di Mancini

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Ritornare a quel maledetto ricordo di quattro anni fa: il playoff perso contro la Svezia che non ci fece strappare il pass per i Mondiali di Russia 2018. Gli stessi avversari che potremmo ritrovare a marzo, quando sarà un dentro e fuori per ottenere il pass per il Qatar. “Saranno mesi lunghi e carichi di tensione, il colpo è duro da digerire — scrive Mario Sconcerti nel suo editoriale sul Corriere della Sera — Il lungo inverno azzurro sarà buio e popolato da fantasmi impossibili da scacciare. Neppure la serenità apparente di Mancini è sufficiente a tranquillizzare il popolo della Nazionale”. Con quel “Al Mondiale ci andremo, e chissà, magari vinceremo”, lanciato quasi a suon di battaglia dal c.t. azzurro, che ha riportato gli azzurri a casa e ribadito dopo averci dormito (male) sopra: “A marzo confido di recuperare tutti e con la squadra al completo non temo nessuno. Se proprio devo togliere un avversario, preferirei non incontrare il Portogallo”.

 

 

 

 

 

I protagonisti della discesa verticale al Windsor Park - Per Sconcerti, “Jorginho, tra i peggiori anche al Windsor Park, è il simbolo della discesa verticale: spento, vuoto, scarico — commenta l’ex opinionista di Sky Sport — I leader hanno tradito: le incertezze di Donnarumma, i passaggi a vuoto di Barella che nell'Inter è sempre tra i migliori, le deludenti risposte di Chiesa e Insigne. La riconoscenza verso gli eroi di Wembley può avere condizionato gli ultimi mesi del c.t., ma l'allenatore azzurro non ha intenzione di cambiare strada”. E subito dopo lo 0-0 contro i modesti nordirlandesi, “ha riunito i giocatori negli spogliatoi e ha provato a spargere serenità: non dimentichiamo chi siamo e cosa abbiamo fatto, il senso del discorso del re — aggiunge il giornalista — Ma per uscire indenne dalla doppia trappola dei playoff Mancio dovrà capire i motivi del crollo. L'Italia, nel momento della verità, è mancata sul piano della personalità”.

 

 

 

 

 

 

Recuperare gli infortunati e compattarsi - E ancora: “All'Europeo, senza nulla da perdere e sulle ali dell'entusiasmo, volava — aggiunge Sconcerti — Quando è ripartita, con gli occhi puntati addosso, si è sbriciolata e di fronte al rischio di perdere il Mondiale è andata nel panico. La frase carpita a Immobile è la perfetta fotografia del momento e di cosa ci aspetta: ‘Ora è complicata anche perché abbiamo l'ansia del 2017…'. Inoltre, Mancini dovrà lavorare sull'unità del gruppo che era la nostra forza e adesso è diventato la nostra debolezza. Non sono sfuggiti certi battibecchi tra i giocatori e qualche comprensibile ma inopportuno scatto di nervosismo. Siamo con le spalle al muro. Ma drammatizzare non serve”. Così, è arrivato il momento di compattarsi come gruppo: “Mancini punterà a recuperare gli infortunati, da Spinazzola a capitan Chiellini, da Verratti a Immobile, da Pellegrini a Zaniolo — aggiunge Sconcerti — E terrà le porte aperte a chi saprà mettersi in luce attraverso il campionato, ma senza farsi illusioni: ormai ha scandagliato in lungo e in largo la serie A in cui gli eleggibili per la maglia azzurra sono meno del 40 per cento”

“Senza Qatar, il baratro” - Sul volo di ritorno, “il presidente Gravina e il segretario generale Brunelli hanno affrontato con l'allenatore una serie di questioni logistiche — scrive Sconcerti — Mancio vuole giocare la semifinale dei playoff a Roma e eventualmente anche la finale. Inoltre, la Figc chiederà alla Lega la possibilità di uno stage il 30 gennaio, quando il campionato si fermerà per le qualificazioni sudamericane. Quasi impossibile invece spostare la giornata di campionato del 20 marzo che anticipa gli spareggi”. Per poi concludere con il monito di Gravina: ‘Dobbiamo tornare speciali recuperando la spensieratezza’. Perché “se non andiamo in Qatar si spalanca un baratro di (almeno) 12 anni senza Mondiali: sarebbe una catastrofe”.

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