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Giampiero Galeazzi, "perché Bisteccone è una cosa bella": tutta la verità sul soprannome (e la frase che spiega tutto)

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Lo sport italiano e non solo piange la scomparsa di Giampiero Galeazzi: era malato da tempo, pare di una grave forma di diabete, ed è venuto a mancare oggi - venerdì 12 novembre - all’età di 75 anni. Soprannominato “Bisteccone”, è stato un grande inviato e anche un grande telecronista: celebri le sue incursioni tra campo e spogliatoi negli anni del grande Napoli di Diego Maradona, così come sono diventate storia le telecronache delle imprese del canottaggio italiano alle Olimpiadi.

Ma come era nato il soprannome “Bisteccone”? A raccontarlo era stato lui stesso in alcune interviste: glielo aveva affiliato Gilberto Evangelisti nei primi anni di carriera. “Ero alto e massiccio - aveva svelato a riguardo Galeazzi - lui mi vide e disse: ‘Ma chi è sto Bisteccone?’”. Da allora è entrato nell’immaginario comune con quel soprannome, mai volto ad offenderlo. “Mica è spregiativo - aveva dichiarato qualche anno fa in un’intervista - a Roma bisteccona è un complimento a una donna: roba bona, una bella ‘magnata’, capito?”.

Tra l’altro a livello di popolarità per Galeazzi era stato molto speciale il sodalizio con Mara Venier: “Mi ha cambiato la vita. Eravamo a cena in un locale di New York con Arbore durante i Mondiali del ’94 quando mi chiese di partecipare a Domenica In. Mia moglie e i miei figli mi chiesero se ero diventato matto”.

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