Cerca
Cerca
+

Sebastiano Bianchi: "Ero con una donna, mi serviva una pausa". Il cestista si spiega così: cosa proprio non torna, giallo clamoroso

  • a
  • a
  • a

Una fuga vera e propria, misteriosa. Sebastiano Bianchi, il 29enne giocatore di basket della Legnano Kniths scomparso domenica scorsa a Verbania, dopo una serata passata coi genitori, è tornato a casa "disorientato e spaventato", come comunicato sui social dalla sua stessa società sportiva. Decisivo, avrebbe spiegato il ragazzo, l’appello dei compagni a Chi l’ha visto? su Rai3. "Ho sentito il bisogno di prendermi una pausa", avrebbe detto alla famiglia secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Quella sera aveva incontrato una amica, in auto. Ed è con quella ragazza che ha trascorso i tre giorni di "blackout".

 



Solo quando ha visto il programma di Federica Sciarelli e le forze messe in campo per ritrovarlo, tra carabinieri, polizia e sommozzatori che hanno perlustrato palmo a palmo anche il lago Maggiore, "Seba" avrebbe avuto un ripensamento. "Cosa facciamo?", gli avrebbe chiesto la ragazza, convincendolo a tornare sui suoi passi e dai suoi cari. "È scosso, ma sta bene", assicura ora chi gli sta vicino. "Siamo molto felici che si sia risolta al meglio - recita il post su Facebook del Legnano basket, con cui Bianchi giocava da questa stagione -, questa circostanza che ha scosso tutto il nostro ambiente e quello del basket in generale. Ringraziamo tutti i tifosi e le persone che hanno manifestato solidarietà ed affetto per Sebastiano (a cui riporteremo tutti i messaggi) e per noi come società e squadra; oggi abbiamo ottenuto una delle vittorie più importanti di sempre".

 

 

Dopo alcuni giorni di angoscia, gli inquirenti avevano iniziato a percorrere una pista diversa da quella del suicidio, quella della fuga volontaria. E infatti ricercavano una seconda auto, che avrebbe affiancato la sera della scomparsa quella del giocatore. La vettura del 29enne era rimasta aperta e con gli effetti personali ancora presenti all'interno, vicino a Villa Taranto, sul lungolago di Pallanza. Lo smartphone era a casa, resettato. L'estremo tentativo di lasciarsi il passato alle spalle? Chissà... 

 

Dai blog